Bufala

Le tappe della riapertura: quando le bufale incontrano la “falsa satira”

Ci segnalano i nostri contatti l’ennesima bufala delle tappe della riapertura. Nel domandarci quale divinità Lovecraftiana abbiamo fatto arrabbiare in una vita passata per meritarci tutto questo, ricordiamo che sono giorni che vi diciamo che la Task Force Colao non può dare scansioni temporali temporali nette, figurarci programmare a distanza di anni.

E sono giorni che ci becchiamo catene su Whatsapp, ancora catene su Whatsapp, finte circolari ministeriali, finte circolari regionali e finti articoli ANSA per la quale l’agenzia di stampa ha dovuto sporgere formale atto di denuncia contro ignoti.

Ci si mette anche qualcuno che sperava di essere spiritoso, ma in questo periodo invece è il miglior amico della pandemia

Le tappe della riapertura: quando le bufale incontrano la “falsa satira”

Siamo sostanzialmente di fronte all’ennesimo caso di

Mi avete fatto l’antibuffala di questa cosa che sono parole scritte, ma quest’altra è grafica professionale! Quindi è vera perché la grafica professionale la fanno i giornali veri, voi non siete giornale vero quindi se non fate l’antibuffala in meno di quattro ore è buffala, solo parole scritte!!!

Chiudemmo l’ultimo brano al riguardo riassumendo:

  1. La Task Force Colao non ha alcun calendario da dare. Non può darlo.
  2. Esiste solo un elenco dettagliato di attività suddivise per aggregazione e rischio
  3. Alla stampa è stato fornito solo una tematica generale di analisi
  4. Il reale calendario dovrà tenere conto dell’elenco di cui al punto due, e potrà essere scaglionato per regioni a seconda dell’impatto del virus sulla società e della capacità di reagire alle situazioni indicate

Ma qui c’è dell’altro.

L’anonima mano dietro questa bizzarra versione della calendarizzazione ha deciso di farne mezzo per la sua sviata “satira politica”, che sa di presa di posizione Napalm-Sovranistica.

Il nostro autore non poteva infatti esimersi dall’accusare di ogni male sportivi e giovani, vero?

E non poteva che dare la colpa di tutto agli immigrati, cavallo di battaglia di ogni lotta da sovranista da tastiera che a oggi non sono collegati ad alcun focolaio epidemico.

Nel veicolare una bufala, ecco che si aggiunge l’attacco politico: e l’#infodemia sacrifica la sicurezza e il benessere di tutti per cercare di ramazzare qualche voto in più.

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