Le sigarette elettroniche causano una malattia irreversibile chiamata “Polmone a Popcorn”
Le sigarette elettroniche sono sempre un articolo che causa diffidenza, e sentire parlare di “polmone a popcorn” stuzzica le corde dell’emotività.
Cosa che Fidelity House sembra sapere bene, sparando con l’equivalente di un giornalistico quattro colonne un titolone terrificante e pieno di parole allarmisticamente viralizzabili
Malattia, irreversibile, ed un nome spaventoso.
Il testo non è da meno, descrivendo la Bronchiolite Obliterante, ma correlandola coi dati relativi all’aumento degli svapatori.
Il sillogismo sotteso all’articolo è evidente:
Tesi: La e-cig causa il Polmone a Popcorn
Antitesi: Un numero crescente di persone abbandona la sigaretta normale per passare alla sigaretta elettronica
Conclusione: Avrete tutti una malattia irreversibile chiamata “Polmone a Popcorn”, clicca qui per sapere!! ++++++++++++
Ma andiamo con ordine, e proprio dalle basi.
Le sigarette elettroniche sono sigarette solo nel nome.
Di fatto, sono dei piccoli macchinari da aereosol, dei vaporizzatori che trasformano in vapore una piccola quantità di nicotina ed aromi (a volte solo gli aromi), che fanno respirare all’utente finale una boccata d’aria con in sospensione tante piccole goccioline aromatiche.
L’intento sarebbe condurre la nicotina e l’aroma di tabacco (o altro) nell’organismo del consumatore senza passare attraverso il carico nocivo di catrame ed altri aggreganti, riducendo quindi il rischio complessivo, ancorché non abbattendolo del tutto.
Il problema espresso nell’articolo di Fidelity House ed altri della stessa risma deriva da una analisi del 2016 della American Lung Association
Even though we know that diacetyl causes popcorn lung, this chemical is found in many e-cigarette flavors https://t.co/w3G3WJQMdM
— American Lung Assoc. (@LungAssociation) 8 luglio 2016
Sostanzialmente, nel 2016, nel Mercato Americano erano stati rilevati diversi prodotti (le c.d. “cartucce” con la miscela aromatica) contenenti diacetile, un sottoprodotto della fermentazione della birra usato come aromatizzante, e perfettamente legale, negli alimenti cui si voglia conferire un particolare aroma “burroso” (come i popcorn).
Ma l’essere umano non è una black box, una misteriosa scatola piena di buchi dove “un buco vale l’altro”, e ciò che può andare tranquillamente in pancia non è detto che possa andare nei polmoni. Abbiamo così la Bronchiolite Obliterante, ovvero il “Polmone a Popcorn”, quello che si ottiene inalando regolarmente i fumi del diacetile, malattia nella quale viene stimolata la creazione di tessuto fibroso negli alveoli.
Raramente letale, la Bronchiolite Obliterante crea una riduzione cronica della capacità polmonare.
La soluzione? Non vi è una cura per il danno provocato dal “Polmone a Popcorn”, ma il diacetile è già un aromatizzante vietato nelle formulazioni commerciali delle cartucce per le e-cig, e che quindi non incontrerete nei vostri acquisti.
Tra le cinque bufale diffuse per essere smentite dalla Lega Italiana AntiFumo compare infatti
Una delle fake news più diffuse nelle ultime settimane riguarda la presenza di diacetile nei liquidi di sigarette elettroniche. Una sostanza in grado di causare le bronchiolite obliterante.
In realtà …
Il diacetile è una sostanza già vietata come ingrediente dei liquidi di sigarette elettroniche nel Regno Unito. Un livello bassissimo era stato riscontrato nel passato in alcuni liquidi aromatizzati ma comunque ad un livello centinaia di volte inferiore rispetto a quello contenuto nelle sigarette convenzionali.
Vi basterà quindi comprare le vostre cartucce da rivenditori autorizzati, controllando la lista degli ingredienti ed il produttore con l’attenzione che dedichereste ad ogni altro prodotto, per essere sicuri di non inalare grandi quantità di diacetile, sostanza che comunque avreste incontrato anche nelle sigarette tradizionali.
Nondimeno, non è nostra intenzione incoraggiarvi al fumo, tampoco darvi consigli medici: risolto questo fact checking, vi invitiamo pertanto a prendervi cura della vostra salute non già “cercando aiuto dal Dottor Google”, ma da un vero dottore.
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