Conoscete tutti la storia delle scarpe Lidl. Un fenomeno di costume riuscito, una vittoria della pubblicità via social e, contemporaneamente, una sconfitta di tutti gli stilemi che davamo per acquisiti.
La consapevolezza che i social muovono una grande forza, e dovremmo essere grati che questa volta abbia solo reso un paio di scarpe deliziosamente hip hop, bellissime nella loro bruttezza, nobili nella loro povertà. Dato che ciò è avvenuto con la stessa forza e gli stessi meccanismi che ci hanno donato fenomeni meno simpatici delle scarpe Lidle come il Patriota Q e l’Infodemia.
Nella Rete c’è un enorme potere. Che può essere usato per strappare una risata, per creare tragedie e trionfi o per creare mostri.
Questa volta, ci ha dato le scarpe Lidl.
Scarpini e ciabatte, quel genere di sneakers che avremmo indossato volentieri negli anni ’80 con un paio di Jeans istoriati a pennarello e le “patch” dei personaggi Disney e Looney Toones.
Ed anche ad un prezzo contenuto.
Ma con l’attenzione arriva l’ilarità. Con l’Ilarità arrivano i Memes. Molteplici, una raffica continua di memes. E coi memes arriva l’attenzione.
Una vera e propria operazione di ninja marketing: ricorda Huffington Post Lidl non ha fatto niente di che.
Una bella mattina di estate, in Europa sono apparse le scarpe Lidl e le ciabatte colorate.
In un sonnolento giorno di Lockdown in Italia, in una situazione dove nelle zone rosse era di fatto impossibile comprare il nuovo oggetto del desiderio e malagevole farlo in zona arancione, sono arrivate anche da noi.
Rese desiderabili dal meme, sono state pubblicizzate da un fenomeno più vecchio della Rete stessa: il bagarinaggio.
Deriso da un fenomeno antico come la Rete stesso: il Trolling.
Il bagarinaggio è un istinto vecchio. Più vecchio della Rete stessa.
Viviamo in un mondo dove la collezione di francobolli di dubbio valore della nonna arriva su eBay o nei mercatini a prezzi da Gronchi Rosa. Dove un vecchio Mivar ammaccato diventa un Gatto di Shroedinger del prezzo che oscilla tra i “Venti euro per una TV economica, aggiungi decoder e puoi usarla” ed i duecento euro per un “Rarissimo monitor Retrocomputing introvabile!!”.
E viviamo nel mondo del meme ricorsivo.
Vanity Fair riporta il boom di incassi per Lidl?
Huffington Post registra inserzioni che vendono l’oggetto del desiderio anche per 200 euro, con bagarini che “investono” nelle scarpe Lidl per venderle a prezzi decuplicati in seguito?
La Rete crea, la Rete insegue. Il meme si sposta, e eBay si riempie di inserzioni a prezzi enormi, immani, che deridono il bagarinaggio dalla Rete stessa fomentato
In un eterno serpente che si morde la coda, e che dimostra la potenza esplosiva della Rete.
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