Le prime montagne russe della storia erano un incubo degno dei Flintstones, e non stiamo scherzando. Le montagne russe sono note per suscitare sentimenti di paura e meraviglia, quella paura “buona” che ti suscita qualche emozione in più.
In passato le montagne russe, anzi gli “scivoli di ghiaccio Russi” erano un affare degno di un’invenzione preistorica di Fred Flinston e Barney Rubble dai dubbi profili di sicurezza.
Siamo nella Russia del 16mo secolo circa, ma la mania esplose fino a diventare virale un secolo dopo. Le “montagne Russe” dell’epoca erano installazioni temporanee, attive solo in Inverno, fatte di legno e ghiaccio.
Seriamente, legno e ghiaccio: complice l’affinità Russa per il “Generale Inverno” venivano erette queste torri di legno con una scalinata scricchiolante, e lo scivolo veniva bagnato fino a congelare.
Concessione settecentesca all’orrore fu l’installazione di pagode, alberelli e ornamenti per simulare una vera montagna: come le vere montagne si andava in slittino.
Che per i Russi dell’epoca significava scavare un blocco di ghiaccio con una corda per appendersi, infilarcisi dentro o infilare la loro prole in cerca di emozioni forti e lanciarla a schiantarsi contro delle balle di fieno messe a valle.
Astrattamente, lo strato di fieno e sabbia nella parte finale della giostra avrebbe dovuto rallentare lo slittino improvvisato rendendo possibile un morbido atterraggio.
In un report del 1730 invece il risultato veniva descritto in modo assai diverso
“A volte, se queste slitte incontrano una qualche resistenza, la persona che vi è dentro cade a testa in giù; questa, suppongo, dovrebbe essere la parte divertente… Ero terrorizzato a morte per la paura di essere costretto a scendere in questo luogo sconvolgente, perché non solo avevo il timore di rompermi l’osso del collo, ma anche di essere esposto a un’indecenza troppo spaventosa per pensarci senza raccapriccio”.
Eppure, il terrore di un’attrazione uscita dall’arte preistorica dei Flinstones aveva il suo fascino, e la stessa zarina Caterina la Grande ne fu tentata e Alexei Romanov, prima della sua tragica morte per mano sovietica, pare avesse tentato di arrivare già morto all’appuntamento della storia col Lenininismo buttandosi da scalinate insaponate ad imitazione delle montagne russe “originali”.
Sfortunatamente, il portale Russo che confermava la possibilità di rischiare la vita nei festival invernali dichiara tutti gli eventi pubblici “sospesi fino a tempo indeterminato” dalla Pandemia fino alla Guerra in Ucraina.
Probabilmente attività assai più sicure di questa.
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