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Le opere di questo falsario valgono cifre a tre zeri

Puoi comprare un autografo di un personaggio famoso per cifre ingenti. Oppure puoi comprare le opere di questo falsario per cifre a tre zeri, e non stiamo scherzando. Non stiamo neppure proponendo di comprare falsi di personaggi storici americani, non siamo impazziti.

Foto di Joseph Cosey

Vogliamo parlarvi di come un falsario è diventato così famoso da ottenere il riconoscimento più grande: i suoi falsi divenuti oggetti storici a loro volta falsificati nel tentativo di far profitto.

Questa è la storia del falsario Martin Coneely, classe 1887, noto al mondo come Joseph Cosey.

Le opere di questo falsario valgono cifre a tre zeri

Coneely era un pover’uomo di New York. Povero ma brillante, ma ostacolato dal suo stesso carattere. Cominciò la sua carriera come aspirante tipografo, e a 22 anni entrò nell’esercito per poi esserne scacciato con disonore per aver aggredito un soldato.

Disoccupato e dalla tempra decisamente poco adatta ad un lavoro onesto che in quanto congedato con disonore e con la fedina penale sporca non avrebbe avuta si dedicò al furto, per poi passare alla falsificazione di assegni ed al porto abusivo di armi.

La sua gioventù volò via tra crimini minori, e spese i primi venti anni del ventesimo secolo dentro e fuori dalle galere, chiudendo la combo con una decina d’anni nel celebre carcere di San Quintino, dal quale uscì sul finire deglli anni ’20.

E lì Martin/Joseph ebbe la sua epifania.

Era ormai un uomo di mezza età, un quarantuenne stanco e senza prospettive, un criminale tra i criminali così anonimo, così piccolo che poco si sa della sua giovinezza tranne i suoi problemi legali e la sua attitudine a crearne costantemente di nuovi.

Fimandosi col preferito tra i suoi nomi falsi e quello che l’avrebbe portato alla gloria, ovvero Joseph Cosey, il nostro eroe entrò alla Libreria del Congresso, ufficialmente per visionare una collezione di autografi dei più importanti politici del passato.

Complice l’assenza di una vera e propria archiviazione e inventariazione, riuscì a rubare un mandato a pagare firmato da Benjamin Franklin.

Falsificazione di Joseph Cosey, con firma falsa di Benjamin Franklin

Essendo come visto prostrato dalla miseria e dalla sua vita di piccolo criminale si ritrovò nuovamente a New York senza i soldi per mangiare o per permettersi l’alcol di cui era diventato avido consumatore. Cercò di vendere l’unico tesoro rimastogli, quell’autografo, per una modesta somma di danaro in una libreria dell’usato nella Fourth Avenue, dalla quale fu scacciato in malo modo ed accusato di star cercando di vendere un falso.

Ferito nel suo orgoglio di studioso mancato e criminale provetto assieme, Joseph Casey passò dalla falsificazione di assegni alla falsificazione di documenti, insegnandosi a creare copie di autografi storici.

Riuscirà a vendere un falso “Yrs. Truly, A. Lincoln”, tornando nel 1931 in quella stessa libreria per una vendetta postuma.

Le origini di un falsario

Da allora la sua carrierà non si fermerà: Lincoln fu il suo prediletto per le somiglianze nella scrittura, ma anche altri autori storici americani furono oggetto delle sue attenzioni.

Le opere di Cosey non erano perfette ma quasi: la sua conoscenza della storia lo portà a comperare una scorta di carta e inchiostri d’epoca, anche se dichiarò di essere in grado di crearne di convincenti, falsamente dato che le opere successive al termine della piccola scorta, su carte e inchiostri anticati, erano più riconoscibilii.

Cosey produsse falsi di Francis Bacon, John Marshall, Patrick Henry, Richard Henry Lee, Thomas Lynch, Jr., Button Gwinnett, Aaron Burr, John Adams, Samuel Adams, Alexander Hamilton, Rudyard Kipling, Mark Twain, Mary Baker Eddy ed altri, anche se la predilezione iniziale per Lincoln non lo abbandonerà mai, ed anche se una sua presunta bozza della Dichiarazione di Indipendenza redatta da “Thomas Jefferson” sarà il fiore all’occhiello della sua carriera.

Imitazione dell’imitazione di Cosey, apparsa nella trasmissione “Affari di Famiglia”

La sua abilità non si limitava alla falsificazione, ma all’astuzia nella ricettazione delle sue stesse opere: Cosey falsificava anche lettere di attestazione, e si “teneva sul vago” presentandosi come un umile e imperito venditore che si rimetteva all’esperienza dell’acquirente, scelto tra i facoltosi collezionisti per capire il valore di ciò che aveva casualmente trovato.

Ciò assolveva anche al compito di una probabile “vendetta postuma” contro il “gran venditore” che lo aveva umiliato in passato, in quanto in base alle testimonianze che abbiamo Cosey colpiva i grandi collezionisti e non i semplici appassionati come lui era, o forse gli consentiva di agire su coloro che avevano più disponibilità economiche.

I falsi di Cosey non erano poi così perfetti: spesso gli inchiostri e le carte erano anticati in modo da risultare “troppo ben conservati”, la sua firma di Lincoln era troppo regolare rispetto all’originale e non teneva di conto il fatto che tutti i personaggi che aveva falsificato avrebbero, invecchiando, prodotto autografi più tremuli e incerti in date prossime alla loro dipartita e più regolari in date prossime alla loro gioventù.

La fine di un falsario

Nel 1937 Cosey fu arrestato nelle sue vesti ufficiali di falsario: negli anni successivi tornerà in galera per possesso di stupefacenti (era passato dall’alcolismo alle droghe pesanti), continuando a lavorare per tutti gli anni ’40 nel ramo delle falsificazioni fino a morire nel 1950.

Ciò non impedì ad altri falsari di falsificare i Cosey, e non impedì a musei e Case d’Aste di considerare i Cosey collezionabili di loro, e persino la Libreria del Congresso dalla quale Cosey rubò l’autografo dal quale cominciò tutto ora conserva uno dei suoi falsi diventato opera d’arte.

È tutt’ora possibile imbatters sia in un Cosey che in un falso Cosey: questi ultimi privi di valore.

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