Le notizie sul panico provocato da Orson Welles sono fortemente esagerate
Citando e parafrasando una delle infinite (di cui molte apocrife) citazioni di Mark Twain “le notizie sul panico provocato da Orson Welles sono fortemente esagerate”. Parliamo di un mito moderno dei nostri giorni, così pervasivo da essere citato persino in un episodio dei Simpsons.
Ovvero la teoria che Orson Welles abbia convinto l’intera America di una invasione aliena recitando alla radio “La Guerra dei Mondi” con così tanta bravura da provocare il panico per le strade e gente pronta a riversarsi fuori casa e contattare l’emittente per chiedere salvezza.
Dati alla mano, non è così.
Le notizie sul panico provocato da Orson Welles sono fortemente esagerate
Partiamo dai nudi dati: secondo il servizio di rating di C.E. Hooper, l’equivalente del nostro Auditel ma per la radio, su un campione di 5000 utenti solo il 2% ascoltò lo sceneggiato di Welles, peraltro senza riportare l’averci creduto.
Il motivo è semplice: “La Guerra dei Mondi” andò in onda con la forte concorrenza di “The Chase and Sanborn Hour”, il più popolare momento di intrattenimento della nazione.
Un po’ come se se decidessi di mandare uno sceneggiato durante i giorni di Sanremo in Italia aspettandomi di superare la kermesse musicale, peraltro in un clima in cui chi è rimasto legato alla TV e non ai “nuovi media” si polarizza sulla kermesse più amata.
Per quando quindi è probabile che qualcuno possa avervi creduto, del resto anche da noi vi è aneddotica di spettatori innamorati delle “Signorine Buonasera” pronti ad inviare loro doni e agghindarsi dinanzi all’appuntamento televisivo, è assai improbabile il panico descritto negli anni.
Di chi è la colpa?
Possiamo, come per molti casi della vita (vedi alla voce “virgolettati inventati”), incolpare la stampa.
Siamo pur sempre nel 1938, e l’onda lunga della Grande Depressione non sarebbe finita prima degli anni ’40.
La carta stampata doveva già cercare di sopravvivere con una riduzione netta degli spazi pubblicitari, e la radio stava di fatto provvedendo a obliterare anche quella forma di sostentamento.
Titoloni come “Il Terrore via Radio” servivano proprio a questo: una “vendetta” della carta stampata che si poneva come fonte di informazione legittima “bacchettando” la radio come strumento frivolo quando non pericoloso.
A questo punto col passare del tempo succede che si viene a costruire una autentica mitologia: ricostruendo la storia dai “virgolettati inventati” e dai titoli sensazionalistici, abbiamo cominciato a credere così tanto alla storia di una nazione paralizzata dal panico per gli alieni da cominciare a leggere di improbabili testimonianze tessute sul filo di “Eh, ma lo dicono i giornali”.
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