Ricorderete tutti il caso di cui vi abbiamo parlato in questi giorni, ormai archiviabile alla I di Infodemia.
Tutto nasce da un video virale, diffuso non a caso mediante WhatsApp (mezzo da cui abbiamo messo più volte in guardia, ma voi niente, insistete…) dove una voce narrante descriveva gli asseriti rischi del trattamento Sanitized TH 22-27, al quale le mascherine vengono sottoposte (per ovvi motivi) prima della distribuzione.
Vi abbiamo già parlato, o meglio abbiamo nel precedente articolo le parole degli esperti al riguardo.
Ora abbiamo la conferma direttamente dalla Regione, e non solo.
Come potrete vedere nel video, la Regione Piemonte ha denunciato chi ha prodotto, ma anche chi ha diffuso questo video ed i suoi contenuti per mezzo virale.
Vedete, da quando è cominciata la piaga del COVID19 è nata parallelamente una piaga ancora peggiore: la piaga dell’infodemia.
Abbiamo perso il conto di tutte le volte che qualcuno ha deciso di lanciare allarmi nella popolazione, salvo poi ricevere denunce per questo.
E abbiamo perso il conto di tutte le volte che vi abbiamo messo in guardia dall’infodemia, per poi essere a nostra volta minacciati e insultati da persone che difendevano fiere il loro diritto a ricondividere contenuti per i quali sono state poi (anche giustamente, diremmo) sottoposte a denuncia.
Perché la cosa veramente brutta dell’Infodemia è questa: chi ricondivide informazioni “non del tutto dimostrate” non è a conoscenza del fatto che paga in prima persona l’errore delle proprie azioni.
Se avessimo un solo centesimo per ogni
Perché mi dite di non condividere che faccio male? Bufale deve dire la buffala, non deve farmi la morale! A me se una cosa la manda la mamma, mio cugino, mio zio… io la condivido e voi non dovete permettervi di dire che non devo farlo perché sennò mi insultate la mamma!!!!
Non dovremmo più raccogliere un solo centesimo per mille anni, ma assisteremmo quotidianamente a scenari come quello descritto da La Nuova Provincia
Accuse gravissime che l’assessore regionale alla protezione civile Marco Gabusi non intende incassare senza replicare a tono, annunciando azioni legali e denunce per tutti coloro che diffonderanno il video etichettato come “fake news”. Perché anche chi ha condiviso il video, accusando la Regione di ogni nefandezza, sarà chiamato a risponderne davanti a un giudice.
«Stiamo procedendo a denunciare per procurato allarme quanti hanno dato visibilità all’ignobile accusa di aver distribuito mascherine tossiche alla popolazione piemontese» replica Gabusi. Facendo leva sulla natura tossica dello zinco piritione, infatti, il video insinua un’azione irresponsabile e dannosa da parte della Regione Piemonte nei confronti dei cittadini.
Siamo infatti a conoscenza del fatto che il contenuto di quel video è stato riportato anche da altri account social, compiendo l’equivalente virtuale del salto di specie che ha portato SARS-CoV-2 dai pipistrelli agli umani, ed al momento si trovano condivisioni su WhatsApp, Twitter, Facebook e Telegram variamente attribuite.
Ma come vedete, la Regione Piemonte denuncia a prescindere da dove il contenuto è stato trovato.
Quindi, cancellate eventuali condivisioni di quella che si è dimostrata essere una fake news e diffondete invece la smentita.
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