Complottismo

Le “lampade di Dendera” non c’entrano niente con Nikola Tesla, il wireless e i CRT

Secondo il colorato mondo del complotto, le lampade di Dendera dimostrano che gli Egiziani avevano il wifi, il 5G, e “secondo Nikola Tesla” (che ovviamente non ha mai scrittto una riga sula cosa), energia wireless illimitata e persino televisioni a tubo catodico pari quantomeno al Mivar della nonna.

Le “lampade di Dendera” non c’entrano niente con Nikola Tesla, il wireless e i CRT

Ovviamente, e contrariamente a quanto usa nel mondo del complottismo, la situazione più semplice è la più verosimile: le “lampade di Dendera” raffigurano il dio solare Harsomtus, connesso al culto solare di Horus nelle duplici vesti di figlio di Horus e Horus unificatore dei Due Regni (ma anche di Ra, l’egittologia è strana), che emerge da un fiore di loto nelle sue sembianze di serpente.

Sostanzialmente, un dio-serpe che emerge da un grosso fiore di loto, visualizzato “tagliato” per farne vedere l’interno. È infatti evidente uno stelo e un serpentello all’interno del grosso fiore.

Le “lampade di Dendera” non c’entrano niente con Nikola Tesla, il wireless e i CRT

Secondo diverse paramitologie complottistiche invece le lampade di Dendera sono sostanzialmente qualsiasi cosa si decida che siano. Una grossa antenna per il 5G egizio o il wireless, oppure un enorme tubo catodico dove lo stelo è l’anodo e il povero Harsomtus è un fascio di elettroni che probabimente compone l’immagine di qualche trasmissione immondizia ad alto tasso di complotti.

Tavolta nel mix vengono inseriti numi del complotto come lo scienziato Nikola Tesla, il più delle volte il guru del momento. Persino una battuta riportata in “The Dawn of Astronomy” per cui nel tempio di Hathor a Dendera non ci sono tracce del fumo di lampade è stato interpretato come la prova che gli antichi sacerdoti, ovviamente, erano illuminati dalla luce di lampadine elettriche e monitor televisivi, forse anche computer.

Anche questo ha una sua logica, anzi ben più logica spiegazione: le piramidi venivano costruite dal basso, quindi illuminate fino alla costruzione, e una volta finite, ovviamente, nelle camere sepolcrali non serviva luce.

Qualora luce servisse, le lampade ad olio bruciavano in modo assai puro con pochi residui.

Abbiamo quindi un bassorilievo con un dio-serpe che esce da un fior di loto. Non una lampadina, non TV, non il wifi.

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