Le fonti russe lanciano allarme nube radioattiva in Polonia: smentito in tempo record. Il sospetto, data la qualità e la tipologia dell’allarme è che lo stesso faccia parte della c.d. “Guerra Ibrida”, erede della Disinformatia di Stalin usato per lavorare ai fianchi il consenso, creando una frangia di “quinte colonne” in Occidente.
Allarme inizialmente riportato dalle “fonti russe”, nella persona di Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, sulla scorta di messaggi Telegram della Wagner, e rilanciato anche sui social (archivio qui)
Ovviamente smentito in tempo record da evidenze tecniche e dalle leggi stesse della fisica.
Secondo la narrazione filorussa i russi avrebbero distrutto un magazzino di “armi all’uranio impoverito” generando una nube tossica che si sarebbe diretta verso l’Occidente.
Il bersaglio della propaganda è molteplice: eccita i cuori del Russo Putiniano medio, convinto che l’Occidente sia una terra di nessuno piena di omosessualità, pedofilia e dove il popolo è ridotto a mangiare scoiattoli per la fame mentre i governi mandano armi in Ucraina
Ma colpisce anche le “quinte colonne occidentali” che rilanciano sui loro social l’infondato allarme post-Stalinista, e infine colpisce gli indecisi fomentando immotivato timore.
Immotivato perché tecnicamente impossibile.
Innanzitutto la fantomatica nube esiste solo sui canali Telegram dei Russi. L’AIEA e le agenzie Polacche non hanno rilevato la presenza di alcun elemento radioattivo svolazzare sopra i confini Europei.
D’altronde non si potrebbe: l’Uranio impoverito è impoverito per una ragione: trattasi di un sottoprodotto della lavorazione dell’Uranio con minore attività specifica usato per il munizionamento. Un’eventuale distruzione di un magazzino di uranio impoverito provocherebbe l’emissione di radiazioni alpha, non gamma, delle polveri di metalli pesanti destinate a ricadere entro pochi km dalla fonte e, per finire, il presunto “picco” radioattivo ostentato dalle fonti russe risale a due giorni prima dell’evento (vedasi fonte qui, Avvocato dell’Atomo).
Quindi avremmo delle radiazioni che viaggiano nel tempo oltre che nello spazio, palesandosi due giorni prima la presunta esplosione che le avrebbe scatenate, basate sull’Uranio Impoverito spacciato per Uranio Arricchito, con un tipo di emissioni e una distanza percorsa incompatibile che gli strumenti in possesso di AIEA e Polonia non hanno misurato.
Qualcosa insomma che esiste solo nelle “fonti Russe”, come nella favola del Re Nudo con vestiti ricchissimi e sgargianti “che possono vedere solo i sudditi fedeli e intelligenti”
L’allarme nube radioattiva in Polonia, nato dalle Fonti Russe, è da considerarsi del tutto smentito.
Foto di copertina: “Periodic Table Uranium”, JacobH via Getty Images for Canva
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