Le fonti filorusse quella fissazione per Zelensky travestito omosessuale
Nelle fonti filorusse e assimilati c’è una fissazione per Zelensky travestito omosessuale. E non solo: c’è una intera costruzione che abbiamo visto più volte nelle fake news filorusse in cui il nemico di turno ha un profilo preciso.
Il nemico russo per eccellenza deve essere omosessuale e pronto a pervertire i valori dei giovani Russi infiacchendoli e privandoli della virilità sovietica. Deve, ovviamente, essere nazista, perché chiunque non sia pronto a giurare sempiterna fedeltà a Putin e il Putinismo diventa automaticamente un pericoloso nazista gay che adora foto intonse di Hitler circondato da feticci.
Bonus extra se viene presentato come un vizioso e violento tatuato pronto a ostentare i suoi vizi. Ci sono state anche circostanze nella letteratura giovanile russa in cui si sono visti personaggi immaginari maledire Martin Luther King per aver dato alle persone di colore i diritti civili, che per i filorussi hanno consentito di “insegnare ai giovani russi cose brutte” come il rap e la tossicodipendenza.
In questo coacervo di omofobia, xenofobia e, generalmente disprezzo per qualsiasi cosa non sia un virile Zangief muscoloso, peloso, ipervirile e filosovietico appare la segnalazione di una presunta foto di Zelensky travestito omosessuale.
Un evidente fotomontaggio dove l’unico commentatore a intuire la natura di fake della foto è stato deriso dagli altri ed accusato col “pare che sia vero” tipico di chi non verifica le fonti.
Le fontirusse e quella fissazione per Zelensky travestito omosessuale
La foto infatti è un fotomontaggio del viso di Zelensky pubblicato su foto tratte dall’album Flickr di tale T.H., partecipante al Gay Pride di New York del 2006.
Inutile dire che partecipare al Gay Pride non è in alcun modo una colpa o una causa di derisione o biasimo, se non nel mondo “filorusso” in cui l’omosessualità viene di fatto equiparata al nazismo ed al disprezzo per il “putinismo” tra le “devianze” apertamente derise e svillaneggiate anche nella TV nazionale.
Ricordiamo lo show russo “I’m not gay”, in onda proprio nel periodo bellico, nel quale lo scopo è ostentare virilità mentre il pubblico a casa indovina chi è l’omosessuale nel reality che sarà quindi “stanato” e deriso pubblicamente.
Sbagliata quindi la persona, sbagliata anche la data, e sbagliata anche la didascalia, che attribuisce a Zelensky il caro gas dovuto alle scelte della Russia di usare la risorsa come “mezzo di pressione” per chiedere ripetutamente la cessazione delle sanzioni.
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