Le donne robot a Pechino erano solo cosplayer (ci siete rimasti male, eh?)
Ci segnalano i nostri contatti un video su TikTok contenente delle donne robot a Pechino, secondo la didascalia prodotto presentato alla “Conferenza Mondiale della robotica”.
Ci secca quasi spezzare i vostri sogni tecnologico-erotici, ma le presunte “donne robot” sono delle cosplayer, personaggi in costume, normalissime hostess come se ne vedono ad ogni manifestazione o fiera però vestite con costumi che ammiccano al tema robotico (e a giudicare dai commenti, scatenano istinti pruriginosi).
Le donne robot a Pechino erano solo cosplayer (ci siete rimasti male, eh?)
L’artifizio in questo caso è stato assai semplice: si tratta di hostess che in questo video potrete vedere in pausa pranzo e in sala makeup scontrarsi con problemi tipici di molte altre hostess in cosplay come mangiare su tacchi vertiginosi e praticamente incollati alle gambe per mantenere l’illusione (in piedi, ecco come) e girare addosso con una quantità di trucco, parrucco, plastica modellabile e tessuto sintetico misurabile in chili.
Va riconosciuta l’estrema bravura nella recitazione delle cosplayer, che riescono a riprodurre i movimenti artificiali e legnosi tipici di un robot e mantenere la concentrazione nell’ambiente rumoroso di una convention (e resistendo alla tentazione di menare curiosi ed importuni che si accostano loro persino in pausa pranzo…)
Al momento la cosa più simile a una ginoide esistente è la Sophia di Hanson Robotics, Hong Kong, progettata sulle fattezze del busto di Nefertiti con una AI OpenSource e visibilmente artificiale e priva di arti inferiori.
Il consumatore medio dovrà accontentarsi di robottini come gli Eilik di Energizelabs, che per una somma tra i 120 e i 200 euro hanno aspetto vagamente umanoide e accompagnano un “Pomodoro Timer” e altre funzioni da temporizzatore di ufficio a movenze da buffi e simpatici robottini da scrivania.
L’umanità e il sogno della ginoide
L’umanità ha sempre inseguito il sogno di crearsi una ginoide, donna androide per scopi diciamo non del tutto etici. Già secondo il mito greco il re di Cipro Pigmalione si era costruito la sua “amante robot” scolpendo un nudo femminile perfetto nell’avorio e chiedendo alla Dea dell’Amore Afrodite (che apparentemente nel tempo libero si dilettava di elettronica) di animarla, col risultato poi di promuovere Galatea (il nome che compare nei miti successivi come nome usato dall’ex statua) a moglie e regina, procrearci una principessa di nome Pafo che all’uso greco diede poi il suo nome ad una città e vi fece edificare un ricco tempio per la benefattrice divina che aveva reso possibile l’improbabile concezione.
Da allora fino ai tempi moderni (vedi Lei di Scarlett Johansson) la ginoide o fembot è sempre stata descrittta nella fantascienza e nella mitologia come alternativa ipersessualizzata ad ogni figura femminile mitologica. Al contrario delle succubi occidentali (diavolesse in grado di assumere aspetto femminile per tentare gli uomini e indurli al peccato) e le kitsune/tanuki/nekomusume (o bakeneko) orientali (spiriti animali in grado di assumere aspetto femmile per ingannare gli umani e avere accesso nella loro società), la ginoide è sostanzialmente descritta come customizzabile e programmabile, la perfetta espressione di un malcelato desiderio di dominio maschile.
Semplicemente, quando la ginoide “viene a noia” con un paio di click o in passato un colpo di cesello potevi mutarne personalità e aspetto in base alle tue voglie.
Arrivando, come descritto da noi in un precedente articolo, a Scarlett Johansson pronta a portare OpenAI in tribunale per aver “copiato” la voce del suo personaggio in Lei creando una voce per ChatGPT doppiata da una “imitatrice vocale non sindacalizzata” in grado di imitare alla perfezione le inflessioni vocali della nota attrice, ma con un tono esasperatamente seducente e ammiccante che ha giustamente suscitato le sue rimostranze dimostrando che, per molti, la ginoide è ancora espressione di malcelati desideri di sessualizzazione.
Conclusione
Le donne robot a Pechino erano solo cosplayer, hostess vestite in ricchi e costosi costumi da donne robot per attirare l’attenzione sulla kermesse.
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