Editoriale

Le disastrose campagne promozionali di Balenciaga ritirate

Le disastrose campagne promozionali di Balenciaga ritirate dalla ditta: e questo è il finale di una storia nata male e finita decisamente peggio. Comincia tutto da una campagna promozionale in cui degli orsetti in abiti sadomaso appaiono tra le mani di ragazzini.

Cosa che ha spinto la compagnia a sparire da Twitter. Ma le cose potevano andare anche peggio, e sono riuscite a farlo.

Nella campagna promozionale Adidas l’affascinante attrice Isabelle Huppert appare nei panni di una sensuale avvocatessa in uno studio disordinatissimo e “vissuto”.

Le disastrose campagne promozionali di Balenciaga ritirate, montaggio di Diet Prada

Studio che però comprende riferimenti alla pedopornografia incarnati da documenti legali legati a cause sull’argomento e sullo sfruttamento delle indagini minorili e la presenza di libri e quadri basati sulla raffigurazione di atti di violenza, cannibalismo e violenza su minori.

A questo punto, le due campagne sono diventate un disastro culminato in un torrente di proteste, i social della compagnia svuotati e la rivolta dei sostenitori

Le disastrose campagne promozionali di Balenciaga ritirate

Il risultato è stato il ritiro delle due campagne. Sulla prima, quella degli orsetti sadomaso, la compagnia ha riconosciuto la sua piena responsabilità per la leggerezza compiuta.

Sulla seconda parte una sorta di scaricabarile: Balenciaga dichiara di aver richiesto dei “finti documenti” per organizzare il set di un ufficio legale, ma di aver ricevuto documenti “del mondo reale”, probabilmente tratti dalla ricostruzione di un dramma giudiziario e di essersene avveduta solo a cose fatte

In ogni caso Balenciaga si scusa promettendo una revisione del proprio processo creativo e nuove campagne più attente.

Allo scopo sono stati contattati come nuovi ambasciatori del brand influencer e personalità della moda come Kim Kardashian, che dichiarano di star discutendo con Balenciaga le scuse della compagnia e la loro legittimità, apprezzando il passo indietro.

La compagnia pubblicitaria Demna si unisce alle scuse, annunciando provvedimenti legali contro chi ha fornito gli oggetti di scena centro dello scandalo nella seconda campagna.

In ogni caso, il vespaio è stato innescato.

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