Nonostante alcune differenze rilevanti tra i due casi, in queste ore è arrivata la comunicazione ufficiale da parte dell’UEFA, che ha deciso di assegnare il 3-0 a tavolino in Romania-Norvegia ai padroni di casa, dopo che le autorità di Oslo avevano impedito agli ospiti di fare la trasferta. Una vicenda, questa, che riaccende le polemiche in Italia per quanto avvenuto dopo il famoso Juventus-Napoli di inizio stagione.
La partita di Nations League tra Romania-Norvegia, annullata perché il governo norvegese ha impedito alla squadra di calcio di recarsi a Bucarest dopo aver scoperto un caso di positività al Covid, può ricordare a molti la situazione avvenuta tra Juventus e Napoli lo scorso 4 ottobre. In realtà le due situazioni sono completamente differenti, in primis perché in Norvegia c’è l’obbligo di restare dieci giorni in isolamento per chi si ritrova in contatto con un caso Covid, nonostante insomma il tampone possa risultare negativo.
Le istituzioni norvegesi sono quindi state chiare con i calciatori della Norvegia, nessuno poteva assolutamente spostarsi e nemmeno la lettera di quest’ultimi gli ha fatto cambiare idea. Toccherà a questo punto alla UEFA capire se sarà necessario trovare una nuova data per far disputare il match oppure assegnare la vittoria a tavolino alla Romania.
In secondo luogo, sul perché i due casi siano differenti, bisogna assolutamente tener presente che la squadra di calcio della Norvegia è stata bloccata dal Governo dello stato e non da autorità territoriali come accaduto con il Napoli. In poche parole le autorità scandinave hanno violato il protocollo UEFA, ma restando assolutamente fedeli alle proprie regole interne.
In Italia c’è invece un protocollo studiato per mesi dalla collaborazione tra il Ministro dello Sport Spadafora, Comitato Tecnico Scientifico, Lega di Serie A e Figc e che il Napoli non ha rispettato, a detta della società per colpa dell’ASL che ha bloccato il viaggio verso Torino. Ci sono state però due sentenze che hanno assolutamente negato la veridicità di quanto esposto dalla società partenopea, quella insomma del Giudice Sportivo Mastandrea e quella relativa alla Corte d’Appello federale.
I due casi non possono essere posti sullo stesso piano, perché si arriverebbe ad un ragionamento per assurdo, ossia che il Ministro Speranza avesse bloccato la partenza del Napoli contraddicendo in questo modo il protocollo istituito dallo stesso Governo. Situazione quindi assolutamente impossibile da ideare e per questo le due vicende non possono essere paragonate e poste sul medesimo piano.
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