Abbiamo tutti presente quel momento in cui il vecchio compagno di giochi, di marachelle e di mattinate passate a marinare la scuola, o ancora il cugino prediletto che ci salvava dal tedio delle adunate del parentado torna nel nostro presente grazie alla messaggistica istantanea, scoprendosi mostro dell’informazione in grado di passarci informazioni segretissime su ciò che i media asserviti al potere non vogliono comunicare.
«Qui in casa siamo tutti a letto con l’influenza, e guarda il caso: giusto la settimana scorsa era pieno di quelle robe in cielo, quelle scie. Ora siamo tutti ammalati. Non ditemi che non sono i governi a spruzzare mer*a nel cielo per farci pigliare i malanni e farci spendere soldi per le industrie farmaceutiche. Non ditemi che non c’entri e non parlatemi di bufale. Io sono straconvinta»
Questa fu una telefonata con una mia lontana parente che dovetti istruire sull’utilizzo delle fonti. Fu dura, credetemi, convincerla che una buona fonte non è ideologica ma oggettiva. Fu dura dirle che un blog scritto da un pazzo assetato di introiti dai banner non è una fonte sicura per informarsi, e in un primo momento ci rimase male. Era l’ennesima “smentita telefonica” su notizie che le venivano passate dall’amica, dalla dirimpettaia o dal panettiere, ma più che altro erano tutte false informazioni che riempivano le sue conversazioni su WhatsApp attraverso i gruppi di cui faceva parte. Disastro. A tal proposito diventa necessario fare una selezione delle 10 bufale che almeno una volta il “cuggino informatoh” ci ha mandato, chiedendoci di farla girare e dimostrandosi fermo e immobile su un’opinione stimolata da fonti inattendibili ma sufficientemente forti da rendersi verosimili.
Nonostante gli studi accreditati e le ripetute smentite anche sulla banalità di certi contenuti, una discreta percentuale degli internauti crede ancora alle scie chimiche con teorie riportate ora da blogger complottisti, ora da viralizzatori affamati di visuals e ora, ovviamente, dal cuggino.
Ora lo troviamo ballare insieme a donne africane, poi lo vediamo intento a modificare la Bibbia e, infine, ad augurare l’Inferno a chi non accoglie i migranti. L’immagine viene così distorta, da Capo della Chiesa a leader di un movimento islamista colpevole di volere una sempre maggiore islamizzazione della Chiesa. Poco importano le smentite e i continui inviti a consultare le fonti vaticane disponibili online: i condivisori compulsivi vedono in Papa Francesco uno dei promotori della sostituzione etnica.
Fidatevi, torneranno a parlarne sempre e comunque: i viralizzatori scoprono l’inganno di una legge che falsifica le informazioni sulla magnitudo dei terremoti per non farsi carico del risarcimento ai cittadini, ma nel diffondere la bufala in fretta e furia confondono la scala Richter con la scala Mercalli, come spiegavamo in questo articolo che vi invitiamo a riproporre al cuggino troppo avanti.
Sì, è ormai passato e presto sarà l’Epifania, ma i viralizzatori arrivano ogni anno a celebrare il genetliaco di Gesù Cristo con l’odio: l’apertura all’Islam attribuita a certi politici è fatta di meme e vignette che li vede impegnati in veri e propri anatemi contro il Natale Cristiano e le sue celebrazioni. Cécile Kyenge, colpevole di non disporre di tratti somatici caucasici, diventa il bersaglio prediletto ma non mancano anche attribuzioni a Roberto Fico e, ancora una volta, bufale attribuite a Papa Bergoglio.
Il leader russo è forse il politico più amato dai viralizzatori e dai condivisori compulsivi. Su di lui esistono bufale e false attribuzioni che rasentano il surreale, come quella dei 6000 ingegneri inviati per ricostruire il Ponte Morandi o alcune sue esternazioni sul rapporto stretto tra le ONG e gli scafisti. Un ultimo ma non meno importante esempio è da farsi per il falso endorsement che Vladimir Putin avrebbe dichiarato per il Presidente USA Donald Trump.
Nella mentalità xenofoba o qualunquista, lo straniero è nient’altro che una macchina del sesso dal seme impellente. La bufala delle monache rimaste in dolce attesa dopo aver ospitato i migranti torna ciclicamente, e spiegare al cuggino che ha preso un granchio è difficile, specie se confonde storie romanzate come Uccelli di rovo con la filmografia più proibita di Mario Salieri.
Il nostro archivio ne è pieno e dimostra che c’è ancora tanto da imparare. Il cuggino crede al messaggio appena arrivatogli sul buono sconto del suo discount preferito, disponibile solo dopo aver compilato il questionario e aver inoltrato il messaggio a tutta la rubrica. Lo manderà anche a voi e sappiate che convincerlo che si tratti di una truffa potrebbe avere delle conseguenze.
Seppur sia chiaro che anche un abuso di acqua potabile sia nocivo, il cuggino arriverà a dire che siamo tutti in potenziale pericolo, bombardati da onde elettromagnetiche, radiazioni e veleni invisibili. WiFi e forno a microonde sono i killer più gettonati, seppur una serie di studi ben più accreditati del semplice blog aggregatore di notizie che attinge da fonti come Dionidream dimostri il contrario.
Non importa se sei campano, pugliese, molisano o piemontese: se tuo cuggino ti gira il messaggio che parla del furgone bianco che attende bambini fuori dalla scuola, tu devi girarlo a tutti i tuoi contatti e mettere loro paura perché “non si sa mai”. In questo modo ci ritroviamo con bacheche su Facebook intasate, chat moleste con segnalazioni tutte uguali e, soprattutto, le forze dell’ordine si trovano costrette a far partire indagini senza prove e nel duro compito di placare un’intera comunità allarmata da messaggi pervenuti senza fonte.
Il 2018, su Giobbe Covatta, è stato terribile. La bufala sulle dichiarazioni del testimonial AMREF sui migranti, già smentita negli anni passati, ha avuto un picco di nuove condivisioni a inizio anno, con nuove ondate durante l’estate. Covatta aveva minacciato di denunciare i responsabili, ma i viralizzatori – anche il nostro caro cuggino – non hanno mai smesso di condividere la falsa attribuzione.
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