Sono giorni di mobilitazione nazionale e internazionale per Sonia Dahmani, avvocata del foro di Tunisi, arrestata da agenti in borghese ma col volto coperto da passamontagna (dato non secondario, che impedisce di valutare da quale corpo armato provengano) per aver espresso critiche verso il suo paese.
Difatti l’arresto è stato reso possibile dal Decreto Legge n.54, che interpreta il concetto di fact checking a noi particolarmente caro in modo legato a stretto filo alle attività di governo, ovvero ricomprendendo nel concetto di “notizie non veritiere” e “nocive alla sicurezza pubblica” tutte quelle notizie considerate degradanti e sgradite al paese.
In questo caso parliamo della decisa negazione della teoria, propostale dall’intervistatore, per cui i profughi dell’area Subsahariana arrivino in Tunisia per stabilirvisi attratti da presunte condizioni favorevoli anziché per prendere il mare diretti per Lampedusa e quindi per le città europee.
Mal gliene incolse, e presto l’avv.ta Sonia Dahmani ha raggiunto le sessanta persone, tra cui avvocati e giornalisti, incriminati per il D.L. 54.
Inizialmente convocata in Tribunale, ove non si è recata in assenza di indicazione dei capi di accusa puntuali, Dahmani è stata così arrestata da agenti in borghese direttamente nella sede dell’Ordine degli Avvocati di Tunisi.
Sono seguite le messe in stato di accusa del giornalista Mourad Zeghidi e il conduttore Borhen Bssais fanno tutti parte, del programma Impossible Show.
Sono giorni di mobilitazione a Tunisi e preoccupazione nel mondo: anche in Italia
«Il Consiglio nazionale forense – dice il presidente Francesco Greco – condanna le modalità con le quali è stato eseguito l’arresto, operato da persone in abiti civili e con il volto coperto da passamontagna, che si sono introdotte con la forza nella sede dell’Ordine ed esprime la propria solidarietà all’Ordine nazionale degli avvocati della Tunisia (Onat), vincitore del premio Nobel per la pace nel 2015, quale componente del “Quartetto per il dialogo nazionale” al quale il Cnf è legato da un accordo di cooperazione sottoscritto il 5 giugno 2015».
Confidiamo quindi che la vicenda possa risolversi in un modo decisamente migliore.
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