L’assurdo messaggio Whatsapp di minaccia del boss mafioso è quel genere di truffa che non ci saremmo mai immaginati. Siamo nell’iperuranio, nell’empireo delle truffe.
Nell’altissimo degli altissimi, lì, dove l’incoscienza si fa scienza e senza alcuna decenza.
Siamo abituati alle estorsioni più assurde: il finto agente dell’Interpol che minaccia di accusarti di crimini pedofili a caso se non lo paghi in Bitcoin e il truffatore “gentile” che dichiara di averti spiato mentre guardavi porno e di voler fare la spia ad amici e parenti ad esempio.
Ma al boss mafioso con enormi problemi di ortografia e sintassi che minaccia di mandarti i picciotti a casa se non saldi un immaginario conto con un bordello non eravamo pronti.
Il messaggio francamente merita analisi solamente per la rozza faccia tosta necessaria per mettere in atto un tentativo di scam del genere.
La famiglia delle truffe a cui ci stiamo riferendo è lo “scam 419”, altrimenti chiamato “truffa Nigeriana” dall’articolo del codice penale (419, appunto) che disciplina la sanzione di questo tipo di truffe.
Ci sarete incappati altre volte: un altro nome di questo tipo di truffa è la “truffa del Principe Nigeriano”.
Comincia tutto in un web cafè o altro luogo pubblico dove si affittino connessioni ad Internet in un paese remoto come la Nigeria, con un aspirante truffatore che investe un iniziale peculio in liste di numeri di telefono e email che, nonostante il registro delle opposizioni, restano comunque disponibili e vendute sul mercato “nero” da call center e simili fuori dalle normative europee e meno ligi alle tutele.
Ottenuta questa lista il nostro amico scammer lavora di fantasia, poca. Comincia a mandare, spesso con l’aiuto di sistemi automatizzati, una serie di messaggi in fotocopia fingendosi un principe Nigeriano che ha bisogno di un prestito per recuperare il tesoro di famiglia e se lo aiuterai come minimo ti renderà un duca miliardario. Ma anche una avvenente fanciulla in gravi ristrettezze economiche pronta a remunerarti con le ricchezze che la aiuterai ad ottenere e del sesso matto e sfrenato nella vostra futura magione o un hacker moralizzatore che invitandoti a cessare la ricerca del porno ti estorce denaro per non mantenere il segreto.
In questo caso si va ben oltre: il personaggio è uno sgrammaticato capobanda mafioso che millanta di possedere tutti i tuoi dati (in realtà solo un numero di telefono e un nickname ottenuti come da sopra) ed esprimendosi in un linguaggio a metà tra un film sulle Banlieue Francesi e un Poliziottesco di Mafia all’Italiana, dichiara di avere dei picciotti pronti a sgozzarti per per denaro (probabilmente strafatti di crack e con delle pinze pronti ad eseguire una “cura medioevale”), aggiungendo una o due chiamate vocali perse per inquietarti meglio.
Quello che si aspetta è che tu risponda, ottenendo così il solito link per inviare al presunto mafioso un pagamento in Bitcoin o Money Transfer.
Entrambi mezzi molto poco mafiosi.
Ovviamente è l’ultima cosa che dovete fare: quello che dovreste fare è ridere dello scammer, cancellare il messaggio e andar dritti per la vostra vita.
In caso di ulteriori molestie, o se siete stati così poco avveduti dal contattarli e fornire loro danaro o dati personali, procedere al blocco dell’avvenuta transazione ed alla denuncia presso le autorità.
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