Uno spettro si aggira per i social, quello delle “sculture di Gesù fatte con AI”. II motivo della sua esisitenza è semplice: sui social trovato un nuovo filone acchiappaclick esso viene munto fino allo sfinimento, e lo sviluppo delle Intelligenze Artificiali rende farlo ancora più facile.
Il motivo? L’abbiamo visto in passato con la guida utile del nostro collaboratore L. Mastinu “Le pagine dell’Amen, dell’ok, del colore”.
È ancora possbile ottenere dei likes e delle condivisioni pubblicando foto di bambini che si inventa essere gravemente infermi per chiedere “una preghiera a like o commento (generalmente un amen), oppure proponendo improbabili e inesistenti donazioni di oggetti del desiderio, come iPhone e simili.
Ma diventa estremamente più facile far fare tutto il lavoro alle IA.
Non ci sono foto precedenti da verificare, non ci sono contenuti pregressi da riscontrare, se vieni “pizzicato” dai debunker ti basta creare foto nuove.
Come ci si difende da questa bizzarra invasione religioso-tecnologica? Esattamente come vi abbiamo insegnato a difendervi dalle prime foto in CG.
Almeno per il momento (le AI evolvono a ritmi vertiginosi) le foto in AI hanno tutte dei tratti distintivi. Mani deformi ad esempio, in quanto le AI creano imitando e combinando (come un giovane pittore che impara a dipingere replicando foto e disegni propostigli), ma hanno meno riferimenti per dettagli solitamente ridotti di dimensioni o fuori dal centro dell’inquadratura.
Quindi oltre alle citate dita distorte le foto in AI avranno arti sproporzionati, occhi straici, sopracciglia storte e asimmetriche, dita sovrannumerarie o mancanti, nonché anomalie negli sfondi e in alcuni accessori (come collane e orecchini).
Difficilmente di una foto in CG esisteranno copie prese da altri angoli: solitamente creare foto dallo stesso “prompt” (descrizione) con più punti di vista credibili aumentano il livello di difficoltà necessario al suo creatore.
Il motivo è lo stesso descritto nella guida utile sulle precedenti tecniche di “attrazione”: una pagina social che cresce rapidamente diventa sovente oggetto di compravendita.
Il “boccalone seriale” smette di essere utente e diventa prodotto da vendere e comprare.
Le pagine acchiappalike e acchiappautenti nascono infatti per avere priorità nelle nostre Home: una volta raggiunto un sufficiente bacino d’utenza, tali pagine vengono convertite o vendute ad amministratori interessati.
A quel punto, il ciclo ricomincia, o la pagina potrebbe diventare qualsiasi cosa, compresi hub di disinformazione.
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