Novità dall’ASL di Genova. Continua ad essere spinosa la faccenda che ha riguardato la squadra di De Laurentiis, fermata dall’ASL di Napoli in vista della trasferta di Torino per la partita con la Juventus. Non è ancora chiaro cosa capiterà al Napoli, ma nel frattempo è arrivata la risposta dell’Asl 3 di Genova per spiegare la partenza del Genoa in vista della partita contro il Napoli, nonostante ci fossero due positivi in squadra.
E’ qui che c’è stato un primo scontro con l’Asl di Napoli che, come abbiamo potuto notare nello scorso weekend, ha agito invece diversamente. Secondo quanto riportato dalle pagine de Il Giornale, l’Asl 3 di Genova ha spiegato che, in quell’occasione, ha applicato semplicemente il protocollo alla lettera. Se insomma fosse stato proibito al Genoa di partire per la trasferta di Napoli, l’Asl avrebbe praticamente negato alla squadra di usufruire di un loro diritto. Intervista riportata anche da Il Secolo XIX.
E’ stato quindi semplicemente seguito tutto l’iter riguardante il protocollo studiato nei minimi particolari anche con le varie squadre di calcio. Il governo e la Figc sono stati ore ed ore a far quadrare il tutto e garantire alle squadre di calcio di poter giocare anche in una situazione di emergenza come quella che stiamo ormai vivendo da mesi. L’Asl di Napoli quindi, secondo quanto riportato dall’Asl 3 di Genova, non ha rispettato il protocollo.
Proprio il direttore dell’ASL di Genova ha spiegato per filo e per segno cosa accade quando una squadra di calcio si ritrova con un positivo in rosa: “Appena arriva la segnalazione di un caso di covid si apre subito un canale di dialogo con il medico sociale con cui si valuta il tipo di rapporti che il soggetto ha avuto. Nel caso del Genoa dopo la prima positività, tutti i calciatori sono stati ritenuti contatti stretti da mettere in isolamento domiciliare”.
Cosa accade poi? Sempre secondo quanto rivelato dal direttore dell’ASL di Genova, seguendo le regole vigenti vengono effettuati altri accertamenti, ma nel frattempo i calciatori possono allenarsi e continuare a giocare, svolgendo in modo sereno il loro lavoro e creando in questo modo una sorta di bolla. Tra l’altro anche il medico della Juventus aveva spiegato la medesima procedura durante l’intervista a Sky Sport di domenica sera insieme al presidente Agnelli. Questa condizione comporta ovviamente l’isolamento e spostamenti con mezzi privati, trasferte con aereo privato, e rientro in isolamento dopo la partita.
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