Lara Comi e quel Tweet contro i figli di papà centri sociali
Eravamo nel 2016, e Lara Comi, allora portavoce di Forza Italia a Saronno, tuonava contro i centri sociali sulla base di una foto, archiviata qui
La mia citta’ dopo che i FIGLI DI PAPA’ dei centri sociali hanno occupato altro stabile. LA GALERA E’ LA VOSTRA CASA pic.twitter.com/kx6Yesa6Kd
— Lara Comi (@comilara) March 6, 2016
Vi abbiamo più volte parlato del rischio insito nel trarre affrettate conclusioni da una foto decontestualizzata. Una foto è solo una foto. È un po’ difficile da una scritta fatta con una bomboletta spray capire se dietro ci fosse un figlio di papà dei centri sociali, un comune vandalo o chiunque altro.
Lo sfogo, comunque, ricordiamo, fa parte della libertà di parola di chinque. Abbiamo tutti il diritto di sfogarci, di essere appassionati (forse un po’ tanto). Abbiamo tutti il diritto alle nostre idee, e non facciamo certo eccezione per questo Tweet.
Forse noi, per deformazione professionale, avremmo all’epoca fatto delle ricerche prima di postarlo ed usato un linguaggio più dimesso: ma non troviamo niente di strano nella sua esistenza.
Perché ce lo state sottoponendo allora?
Perchè, come cantava Giorgio Vanni nella sigla dei Gormiti, mischiando il sacro ed il profano
la vita insegue il destino dov’è
E personalità come l’autore, giornalista e scrittore Carlo Gubitosa non hanno potuto che riconoscere in un Tweet che molti ritengono essere un falso, ma non lo è, un segno di tale costante inseguimento
Nel frattempo la sua casa è diventata una galera. Escludendo per garantismo una sua colpevolezza i casi sono due: o è colpa delle toghe rosse o è colpa del karma. pic.twitter.com/JQVYbpypx4
— Carlo Gubitosa (@carlogubi) November 14, 2019
Necroposting: un vecchio post lasciato silente in un profilo acquisisce, in un futuro lontano ed imprevedibile, significati politici e viene riportato alla vita come uno zombie dal ghigno sardonico pronto a deridere il nostro presente con lo spettro del nostro passato.
Tale è la natura di Internet.
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