Secondo Lev Gershenzon, ex responsabile dell’aggregazione di notizie di Yandex, abbiamo un problema con la censura filorussa.
Non è il solo a vederlo, abbiamo visto: l’Unione Europea ha recentemente messo al bando outlet di notizie accusati di spargere disinformazione sul conflitto. Anche Anonymous ha avuto modo di denunciare la scomparsa di ogni notizia sfavorevole al Cremlino dagli outlet di notizie russi. Prendendosi cura di diffonderle in loro vece, invitando la popolazione a fare altrettanto.
Cosa che ha notato anche Lev Gershenzon, un tempo responsabile per le notizie di Yandex. Una società multinazionale di servizi con sede legale nei Paesi Bassi ma di fatto con staff Russo e destinata ad una clientela russa. Pensatela come un Social Network, mischiato a un servizio di vendite online, mescolato a un servizio di aste online e ad un motore di ricerca con tanto di assistente virtuale.
Motore di ricerca che secondo Lev Gershenzon semplicemente sta brillando per la quasi totale assenza di notizie in grado di mettere “in cattiva luce” la gestione russa.
Appello lanciato in russo dall’account Facebook di Gershenzon, traducibile con
Ai miei ex colleghi,
Oggi è il sesto giorno della guerra tra Russia e Ucraina, in cui razzi e sistemi antincendio vortice vengono sparati contro quartieri residenziali di Charkov, dormitori e ospedali per l’infanzia. Ci sono 11 morti e decine di feriti. Oggi è il sesto giorno in cui almeno 30 milioni di utenti russi vedono sulla home page di Yandex che non c’è nessuna guerra, non ci sono migliaia di soldati russi morti, non ci sono decine di civili uccisi sotto i bombardamenti russi, non ci sono dozzine di prigionieri, non c’è enorme distruzione in diverse città ucraine.
Il fatto che una parte significativa della popolazione russa possa credere che non ci sia guerra è la base e la forza trainante di questa guerra. Yandex oggi è un elemento chiave per nascondere informazioni sulla guerra. Ogni giorno e ora di quese “notizie” ha un costo in vite umane. E anche voi, miei ex colleghi, siete responsabili di questo.
Non esistono leggi russe che non consentono di scegliere il materiale di Novaya Gazeta come notizia principale. Non c’è alcuna responsabilità penale per il fatto che i titoli degli articoli in lingua russa di chi non ha una licenza mediatica compariranno sul principale Yandex. Non c’è responsabilità penale se il servizio risulta “rotto” o “hackerato”.
Ogni possibile esposizione è nulla in confronto ai danni che il servizio infligge quotidianamente dall’inizio della guerra.
Non è troppo tardi per smettere di essere complici di un crimine orribile. Se non puoi fare niente – molla. Ricorda, non stai rispondendo solo a migliaia di tuoi colleghi, ma a decine di milioni di utenti. E davanti a milioni di Ucraini.
Un messaggio dolente. Che ci ricorda che probabilmente la censura non è selezionare l’outlet di notizie più affidabile, ma decidere di non parlare di alcuni eventi o riscriverli in modo inveritiero e fazioso.
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