Siamo davvero alla frutta. Non è più ormai questione di veridicità o falsità di un’asserzione. Ciò che servirebbe da parte degli utenti è un’analisi accurata della retorica che l’autore dell’articolo o del post ha scelto per comunicare una notizia. Oggi passiamo sotto analisi una pubblicazione de L’AntiDiplomatico sulla pagina Facebook. Anzitutto un po’ di storia dell’oggetto della nostra analisi. La pagina Facebook de L’AntiDiplomatico nasce nel 2012, come anche la webzine a questa collegata. Assumerà il titolo di testata giornalistica regolarmente registrata al tribunale di Roma solo nel 2015. Nella giornata di ieri il team de L’AntiDiplomatico ha pubblicato su Facebook lo screenshoot di un tweet dell’agenzia di statistica legata a The Spectator Index.
The Spectator Index è un’agenzia che, tra le altre cose, si occupa anche di indagini di mercato, ha pubblicato l’elenco degli stati che, secondo Thomson Reuters, sarebbero più pericolosi per la sopravvivenza delle donne. Thomson Reuters è un’agenzia di comunicazione canadese che si spende tanto per i diritti LGBT e per le minoranze in generale: razzismo, schiavitù e discriminazioni sono facce diverse di una stessa forma di dominio. Non è pervenuto il post o l’articolo di Thomson Reuters in cui si stilerebbe una simile blacklist dei Paesi da evitarsi per le donne a tutela della propria incolumità fisica.
Sul sito di Thomson Reuters abbiamo trovato un’indagine sociologica sull’argomento. Thomson Reuters ha pubblicato persino la metodologia di indagine, l’ampiezza del campione utilizzato, con una trasparenza davvero commovente. Lasciamo ad esperti la contestazione del metodo d’indagine di Thomson Reuters, che potrebbe avere qualche ombra. L’oggetto dell’inchiesta era: “In “megacities” across the world, dangers may lurk for women” (n.d.t. I rischi delle donne che si nascondono nelle megalopoli del mondo). Un’inchiesta del 2017.
Ciò che fa avvelenare non è solo il modo in cui L’AntiDiplomatico strumentalizza un post che non è stato sottoposto a fact checking. Non è minimamente in questione se davvero i numeri analizzati in un certo modo siano davvero allarmanti, come avviene nel dibattito che ha avuto luogo sotto il tweet di The Spectator Index. L’AntiDiplomatico sta facendo leva sulle energie del femminismo per scaldare gli animi su una rinnovata Guerra Fredda tra blocco atlantico e russo-cinese. “Campagne femministe contro gli Stati Uniti cercasi” non è un appello per tutelare la sicurezza delle donne. La redazione de L’AntiDiplomatico ha condiviso un tweet senza controllare se il contenuto fosse attendibile. E per di più l’ha corredato di una didascalia che incentiva l’odio verso una parte. Se non è disinformazione, questa.
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