L’allarmismo sulla nuova zanzara non è il modo migliore per parlare di allergie
L’allarmismo sulla nuova zanzara non è il modo migliore per parlare di allergie: siamo nel 2023, e dovremmo aver superato la fase delle leggende metropolitane, antenate delle bufale a cui finiamo sempre a tornare.
Diciamolo: è molto più facile educare col terrore e con la paura che spiegarsi approfonditamente. Caso che rende questa condivisione, anno dopo anno, sempre più virale.
L’allarmismo sulla nuova zanzara non è il modo migliore per parlare di allergie
La storia della piccola Deanna punta da un “nuovo tipo di zanzara” che provoca “una grave infezione” e l’ha ridotta in fin di vita ha lo stesso valore della storia della zingara che ruba i bambini nascondendoli sotto la gonna, della Stella di Natale mortale, della storia dell'”arabo gentile”, del e di ogni altra leggenda metropolitana.
Spiegare ad un bambino che bisogna essere gentili e cortesi col prossimo perché un giorno si potrebbe avere bisogno dell’umana cortesia ed una natura affabile predispone il prossimo richiede tempo.
Raccontare che “miocuggino una volta ha aiutato un arabo gentile e quello l’ha salvato da un attentato dei terroristi islamici” è rapido e viralizzabile.
Spiegare a un bambino che bisogna obbedire agli adulti e che allontanandosi senza supervisione si corre il rischio di perdersi e/o incontrare male intenzionati richiede tempo.
Terrorizzarlo dicendo che il mondo è pieno di zingare dalla gonnella “più grande all’interno” che possono rubare un numero incalcolabile di bambini e nasconderli sotto la gonna oppure di improbabili “camion bianchi che rubano gli organi” è assai più semplice.
Come evitare di perdere tempo a spiegare che alcune piante non sono commestibili e dichiarare che se toccherà le Stelle di Natale appena regalate egli morirà in breve tra atroci sofferenze.
Spaventare diventa un succedaneo dell’educazione che però riduce lo spirito critico.
Da anni ormai circola la storia della piccola Deanna colpita da una “nuova zanzara”. Che dopo un anno già non sarebbe così nuova. Il messaggio finale è quello corretto: alcuni soggetti sono allergici alle punture di insetti, mai sottovalutare sintomi sospetti, in caso di gonfiori persistenti o altri sintomi più gravi bisogna ricorrere al medico che suggerirà nel caso test allergologici.
Lo strumento prescelto è metodologicamente sbagliato: esso predispone ad assorbire informazioni in modo acritico.
Accettando una storia priva di alcuna fonte come esempio si fa passare il messaggio che si possano “inventare storie a fin di bene”. E non finisce mai così bene.
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