Vi avranno detto di non abbondare col bere. Che l’alcol brucia i neuroni: cosa che non è vera. O meglio è una grossolana semplificazione di un complesso di danni creati dall’eccessivo consumo di alcol.
L’alcol non uccide i neuroni, ma riesce ad interferire coi dendriti, le strutture che collegano i neuroni stessi.
I più ormai “anzianotti” dei nostri quattro lettori ricorderanno la metafora con cui in Esplorando il Corpo Umano venivano raffigurati i neuroni: con dei rapidissimi messaggeri che correvano da una stazione di posta futuristica ad una stazione di posta attraverso apposite autostrade.
Per quanto l’animazione presentasse gli omini come “i neuroni”, in realtà i neuroni erano le stazioni di posta, gli omini gli impulsi e i dendriti le strade ramificatissime che essi percorrevano ad altissime velocità.
L’alcol non “uccide i neuroni”, ovvero distrugge quelle stazioni, ma interferisce coi dendriti. È come avere dei velocissimi pony express che si trovano ad attraversare non più strade ampie e pulitissime, ma fare lo slalom in una metropoli piena di immondizia e rifiuti non solo a bordo strada, ma anche in mezzo alla carreggiata ed in ogni luogo della stessa.
Per comprendere gli effetti, vi ricorderemo cosa accade nel simile caso in cui cercate di collegarvi ad un router wi-fi troppo lontano o disturbato. La connessione cadrà continuamente, ci saranno pacchetti persi, probabilmente non riuscirete a fare niente di quello che volevate fare.
Nel caso del consumo di alcol avremo riflessi rallentati, perdita di capacità di giudizio e problemi di coordinazione muscolare e di parola. Semplicemente il “pacchetto di dati” che controlla le più elementari funzioni della vita di tutti i giorni comincia a “perdersi” prima di arrivare a destinazione.
Sono effetti però ancora reversibili: passata la sbornia, tutto tornerà normale.
Ma proseguire nel consumo di alcol porterà altri problemi.
Chi proseguisse nel consumo eccessivo di alcol si troverà a patire danni permanenti al fegato e disturbi pressori e circolatori, andando incontro al rischio aumentato di ictus, nonché al rischio di sindrome di Wernicke-Korsakoff, un’encefalopatia degenerativa che impatterà permanentemente sulle funzioni cerebrali.
L’abuso di alcol genera inoltre una forte dipendenza, sommando agli svariati danni fisici anche danni psicologici e una marcata perdita di giudizio alla base di svariati comportamenti violenti e antisociali.
Pertanto anche se una sbronza non “brucerà i neuroni”, il tunnel dell’alcolismo è buio, è difficile da superare e causa di enormi danni a lungo termine.
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