L’abito verde che indossa Aisha rappresenta l’Islam Islamista – I terroristi non hanno Postalmarket
L’abito verde che indossa Aisha rappresenta l’Islam Islamista è un meme che sta girando in queste ore. Un meme che ha tutte le caratteristiche che rendono un meme odioso strumento per la diffusione di bufale.
Il meme, descritto come la trascrizione di quanto detto da una somala che vive in Italia descrive il vestito come qualcosa che viene imposto alle donna somale in vece dei tradizionali abiti colorati. E’ uno smacco per le donne somale, è un simbolo di oppressione.
Nonché, come citato, un simbolo dell’islam islamista.
Riflettete un attimo su una questione fondamentale: islam islamista è una locuzione che non significa niente.
L’intero meme è costruito con l’immagine del Microshock in mente: si passa dalla versione war of terror della superca**ola di Amici Miei, con la compiaciuta descrizione dell’Islam Islamista (che, per un uditorio che vede l’Islam come il male, dovrebbe essere tipo “Islam al quadrato” o “Islam da ora con più Islam”, crediamo…) alla fallacia dell’Ipse Dixit.
Eh, l’ha detto una Somala che vive in Italia, vuoi prendertela con lei?
Siamo su Internet. Chiunque una mattina potrebbe scrivere qualcosa sotto un meme con la scrittina a dichiarare che gliel’ha detto il Papa, Chuck Norris o Adrian. Il che non significa che la fonte sia quella. Il che non significa che la fonte, veritiera o immaginata, abbia ragione. O meglio, che quanto riassunto in un meme si possa applicare senz’altro al caso di specie.
E non significa neppure che la citazione sia corretta: non sarebbe la prima volta che i viralizzatori prendono un contenuto perfettamente razionale e lo sforbiciano fino a lasciare solo le parti che gli interessano. Peraltro, rimodulate per il loro uditorio.
L’Abito Verde è sostanzialmente… un abito verde
L’Abito Verde di Aisha – perché i terroristi non hanno Postalmarket
“Probabilmente si è vestita come ha potuto”, ha ipotizzato Hamza Piccardo, esponente di spicco della comunità islamica italiana.
Tutti dimenticate che Silvia Romano non ha passato gli ultimi due mesi in un resort o un villaggio vacanze Alpitour. Non ha fatto allegra vita mondana girando tra i negozi o i mercatini Somali.
Non è che una bella mattina si è svegliata e ha deciso qualcosa come
Stavo andando improvvisamente al mercato quando ho pensato “Ehi! Questa è proprio una bella giornata. Penso mi rifarò il guardaroba indossando abiti che inneggiano all’oppressione delle donne somale”…
Semplicemente si è vestita come ha potuto, con gli abiti che ha trovato o le sono stati concessi durante la prigionia.
E sicuramente i rapitori non hanno una collezione di Fendi a portata di mano per ogni rapita.
E neppure si tratta di un “simbolo di oppressione”, bensì
“Non è un abito religioso ma chiaramente è indossato da donne islamiche”, spiega Freddie del Curatolo, direttore di malindikenya.net. “È un abito più da passeggio. Lo usano molto le tribù al confine tra Kenya e Somalia come gli Orma e i Bravani“, ha aggiunto il giornalista da 15 anni nel Paese africano.
Il cui verde, che appare in molte bandiere islamiche, non è un “verde islamista”, ma un verde che richiama la descrizione del Paradiso coranico.
Nel Corano infatti, redatto da uno che viveva in un deserto e circondato da deserti, il Paradiso lo riconosci perché pieno di verzura: sostanzialmente se il cristiano medio vede il Paradiso come un posto di nuvolette svolazzanti ed angeli con le ali, un Arabo dell’era di Maometto lo vedeva come un posto pieno di acqua e verde pieno di alberi a farti ombra e frutta profumata.
Non vi chiediamo di avere cultura religiosa, ma se siete mai stati bambini e vi hanno letto le fiabe, ricorderete nella collezione di Fiabe Sonore – A mille ce n’è la fiaba di Abdallah di Mare e Abdallah di Terra.
Nella quale un pescatore umile e devoto conquistava la ricchezza, e il titolo di Visir, condividendo con un amico tritone la frutta prelibata che era riuscito a procurarsi con un piccolo investimento in gemme pregiate del primo, ottenendo in cambio un numero sempre maggiore di gemme e metalli preziosi, in quanto Abdallah di Mare valutava la frutta e la verdura fresche più preziose delle sue ricchezze materiali.
Il mistero è quindi risolto: Silvia Romano è arrivata con quello che ha potuto trovare in un piccolo villaggio Somalo.
E perché non si è cambiata?
Chiedono i piccoli complottisti a casa.
Ma è semplice: se per un Rolex inventato abbiamo da questa mattina gente cattiva e rissosa che chiede la sua testa, se Silvia Romano avesse insistito per andare a fare la spesa in sartoria, quale altro casino avreste fatto?
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