La verifica del Green Pass nelle attività: come funziona, chi controlla
La verifica del Green Pass è uno dei temi caldi dell’estate già calda. Vuoi perché il DPCM 17.06.2021 è stato immediatamente seppellito dalla berciante attenzione pubblica su altri temi, vuoi per un emozionante esperimento di rimozione collettiva.
Il risultato? Questa pagina è stata subissata di domande sulla verifica del Green Pass spesso attinta di quella malafede tipica dell’Italiano che si sente guascone e furbetto, ma si rivela meschino e spesso miope.
Ecco un piccolo esempio delle domande che ci sono capitate.
Ma nessuno verificherà il Green Pass, perché poi gli interessati devono comprare scanner costosi
In realtà lo strumento per la verifica del Green Pass è già nelle tasche della totalità dei soggetti interessati.
Che ricordiamo al momento sono ristoratori, baristi (per il servizio ai tavoli al coperto), gestori di grandi eventi, incaricati a teatro, al cinema, in palestra, a fiere, congressi, concorsi e allo stadio.
E lo strumento è un banalissimo smartphone connesso ad Internet, anche solo una volta al giorno, con l’App VerificaC19.
App disponibile per Android e iOS, versioni da Android 8 “Oreo” e iOS da 12.x in poi. Praticamente la stragrande maggioranza del parco operativo, nonché dispositivi facilmente reperibili per somme non superiori al centinaio di euro per i pochi non telematizzati.
Come funziona VerificaC19?
Il funzionamento è assai semplice: il responsabile della verifica punta la fotocamera del proprio dispositivo sul QR Code del Green Pass, sia quello scaricato telematicamente dalle App IO e Immuni, che quello stampato sul retro del Green Pass Cartaceo reperibile presso il sito Digital Green Certificate Italia o in Farmacia.
VerificaC19 provvederà a raffrontare i codici con le chiavi in corso di validità nel periodo, senza che il responsabile della verifica sia reso edotto di altro dato se non la presenza di una Certificazione Verde in corso di validità.
Se il possessore di Green Pass supererà la verifica, potrà sedersi al tavolo per la consumazione, accedere all’evento, entrare in palestra, andare al cinema o a teatro, entrare in fiera, eccetera…
Altrimenti dovrà semplicemente andarsene.
Ma tanto solo la polizia può vedere i documenti di identità! Io sono omino furbo, porto il Green Pass di qualcun altro e minaccio denunzia di querela (sic!) a chiunque voglia vedere il documento
E in questo caso, mio caro disinformato, non solo lascerai repentinamente il locale o l’evento, ma probabilmente lo farai in manette.
Infatti quello che non tutti sanno è che il citato DPCM, all’articolo 13 conferisce espressamente a determinate tipologie di utenti, ulteriori rispetto agli agenti di polizia giudiziaria, il diritto ed il dovere di verificare personalmente la rispondenza tra il Green Pass e il documento di identità della persona. Cosa peraltro suggerita da VerificaC19 stesso.
Per chiarezza i soggetti deputati sono:
- a) i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni;
- b) il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’elenco di cui all’art. 3, comma 8, della legge 15 luglio 2009, n. 94;
- c) i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonchè i loro delegati;
- d) il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai
quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonchè i loro delegati; - e) i vettori aerei, marittimi e terrestri, nonchè i loro delegati;
- f) i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in
qualità di visitatori, sia prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonchè i loro delegati.
Del resto, per i soggetti di cui al punto f) lo sapevamo: per visitare i propri cari in strutture sanitarie, ti tocca il Green Pass.
Quello che si evince da questo elenco è che la verifica del Green Pass non spetta non solo agli ufficiali di cui al punto a), ma alle maschere del cinema e del teatro, ai proprietari dei luoghi dove si tengono fiere ed eventi e personale loro dipendente, ai gestori di bar e ristorazione.
E non solo: come potete leggere, quando il Governo avrà deciso su trasporti e alberghi, ci sarà già il DPCM pronto a consentire a bigliettai e albergatori di mettere alla porta gli importuni.
Non sarà dunque consentito cercare di ostacolare i controlli rifiutando l’esibizione del documento personale: tale forma ostruzionistica comporterà di fatto l’impossibilità di accedere al servizio richiesto.
Ed ogni forma di molestia, minaccia o blandizia tesa ad evitarlo sarà logicamente sanzionata.
Per non parlare del reato di falsità in atti di cui si macchierebbe chi cercasse di usare un Green Pass altrui nicchiando sull’esibizione del documento.
I tre casi possibili
Ricorriamo quindi all’esempio di cui alla Circolare 0028862-28/06/2021-DGPRE-MDS-P e ipotizziamo che l’immaginaria signora Di Caprio (nessuna relazione col bel Leonardo) decida di entrare a far cena al ristorante.
Il ristoratore all’ingresso, o meglio il concierge o l’addetto all’accoglienza col cellulare già in mano le chiederà di esibire il Green Pass.
Se la signora Di Caprio comincerà a strillare qualcosa contro la “Dittatura Sanitaria” minacciando di portare a “Norimberga 2” tutti i presenti dopo aver fatto una recensione negativa su Tripadvisor la sua avventura si chiuderà qui. Sarà sommariamente sbattuta fuori dal locale con l’invito a non rientrarvi più.
Se la signora Di Caprio esibirà il suo Green Pass, cartaceo o su cellulare si verificherà uno dei seguenti tre casi:
- Certificato non valido: Bisognerà semplicemente riprovare a scansionarlo, o verificare di averlo acquisito correttamente. O quantomeno di avere un Green Pass legittimo (sì, esiste anche chi prova a venderli tarocchi);
- Certificato scaduto: Si verifica sia quando il periodo di validità del Green Pass non è ancora iniziato, sia quando è terminato. Ad esempio, se la signora Di Caprio si è vaccinata con la prima dose da meno di 14 giorni, oppure se ha rinunciato alla seconda dose “bucando” l’appuntamento vaccinale, ma anche se ha ottenuto il Green Pass con un tampone e sono passate le 48 ore. La signora Di Caprio dovrà andarsene;
- Certificato valido: Tutto a posto, come da normativa sarà richiesta alla signora Di Caprio l’esibizione di un documento valido per la verifica del Green Pass.
E qui il gioco può chiudersi col lieto fine, o come abbiamo visto, con la scoperta che la “signora Di Caprio” è suo cugino novax travestito per rubarle il pregiato pass, o una antivaccinista a sua volta pronta a sbraitare per non esibire i suoi documenti.
E in questo caso il servizio sarebbe comunque negato.
In conclusione?
In conclusione non ci sono scappatoie: niente Green Pass, niente servizio.
Per i ristoranti potrete comunque chiedere un tavolo all’aperto, come facevate del resto in tempi di pandemia precedenti all’introduzione dello stesso.
Idem per i bar potrete consumare al bancone o all’esterno.
Fiere, eventi e concerti… no, dovrete rinunciarvi.
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