False credenze

La “vera storia di Tom e Jerry” è in realtà una falsa credenza

Ci segnalano i nostri contatti una “vera storia di Tom e Jerry”, in realtà, ovviamente, una delle infinite leggende metropolitane “retro” che cercano di tingere di rosa i nostri ricordi, a volte per nostalgia, a volta per qualche click facile.

La “vera storia di Tom e Jerry” è in realtà una falsa credenza

Secondo il post Facebook segnalatoci Tom era il gatto di Joseph Barbera, un amatissimo “Russian Blue” morto catturando un topo in un laboratorio per lo sviluppo fotografie.

Ovviamente la storia alle spalle di Tom e Jerry è molto più prosaica, e, come molte storie di prodotti letterari e dell’immaginario, nasce da diverse prove ed errori.

La “vera storia di Tom e Jerry” è in realtà una falsa credenza

Basti pensare che in quello che ora chiameremmo “episodio pilota” il gatto Tom era definito Jasper the Cat, ovvero Jasper il Gatto.

Siamo nel 1937, e Joseph Barbera sta cercando di vendere il soggetto di una serie a cartoni animati dove due personaggi sono bloccati in una lotta eterna.

I primi bozzetto precedono un cane da caccia che insegue una volpe, diventati poi un gatto che insegue un topo.

Nel febbraio del 1940 Hanna e Barbera consegnano a MGM il primo pilot, Casa dolce casa (in italiano Puss gets the Boot, “Il gatto si prende lo stivale”, inteso ovviamente come calcio), nel quale compaiono tutti i personaggi della serie, ancorché due di loro con nomi diversi.

In Casa dolce casa il gatto Jasper cerca di inseguire e scacciare il topo Jinx, devastando diversi mobili nel tentativo per essere così minacciato di allontanamento dalla saggia governante di colore, Mommy Two Shoes.

Il pilot inizialmente ha una fredda accoglienza, ma la manager e investitrice del Texas Bessa Short un anno dopo invia una lettera ad MGM chiedendo espressamente nuovi cartoni animati col gatto e col topo e nello stesso anno Casa dolce Casa vince un Academy Award che però nega i titoli di coda al duo creativo.

Jerry e il cane Spike

MGM dà così una seconda occasione a Jasper e Jinx, ma aprendo un concorso per ribattezzare il gatto e il topo, con in palio 50$ dell’epoca (circa mille attuali). Vinceranno i nomi “Tom & Jerry”, dal nome di un noto cocktail a sua volta ispirato da un’opera teatrale settecentesca famosa per aver popolarizzato “Tom” come nome comune per un gatto.

È più probabile che la popolarità dei nomi abbia più agito da suggestione che da omaggio, in compenso i nomi “ufficiali” del duo divennero Tom Jasper Cat detto Tom e Gerald Jinx Mouse detto Jerry.

Mommy Two Shoes, in Italiano spesso “Mami” per assonanza col personaggio di Via col Vento potè conservare il suo nome e nella serializzazione si decise di premere l’acceleratore sulla natura slapstick della serie, ispirandosi ai personaggi del collega Tex Avery.

Tom & Jerry acquisirono un aspetto più umanoide con scene più bizzarramente truculente che li vedono sopravvivere senza danno a martellate, stirate e altri attacchi fisici che potrebbero annientare un essere umano di carne ed ossa ma che su di loro avevano lo stesso effetto della precedente animazione a tubi di gomma come quella di Topolino e Betty Boop: il duo ritorna in forma, pronto a darsele di santa ragione.

Decenni dopo e diversi passaggi di proprietà dopo che magari affronteremo in una prossima volta, Tom Jasper detto Tom e Gerald Jinx detto Jerry continuano ad allietare grandi e piccini, eternamente rivali, eternamente amici, circondati ormai da un cast ricco e variegato che oltre a Mami comprende anche il topolino Soldino (Tuffy o Nibbles in originale) affamato topino infante affidato alle cure dello zio Jerry ma non meno combattivo di lui, il severo bulldog Spike col suo cucciolo Tyke, sempre pronti a difendere Jerry e Soldino dalle mire di Tom e i gatti Butch e Toodles, il primo “collaboratore” e rivale di Tom altrettanto fallimentare nella sua carriera di cacciatore di topi e la seconda, chiamata in Italiano Penelope, una dolce gatta bianca ritratta come una delle pinup di Tex Avery, introdotta nel 1946 come fidanzata di Tom.

Nonché diverse parodie, come Grattachecca e Fichetto, la versione politicamente scorretta apparsa ne I Simpsons che eleva la giocosa pseudoviolenza slapstick della serie a vera e propria violenza brutale e sanguinolenta.

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