Approfondimento

La “trombosi venosa dopo Astrazeneca” e la statistica, il Comunicato Stampa AIE

In seguito ai nostri articoli sulla ripresa della campagna vaccinale col vaccino di Astrazeneca, siamo stati sommersi di commenti sulla “trombosi venosa dopo Astrazeneca”.

Credevamo che l’antivaccinista medio se ne sarebbe fatto una ragione:

“Il vaccino è sicuro ed efficace. Non ci sono evidenze di un rischio generale di eventi tromboembolici. Ma su alcuni eventi rari servono ulteriori studi. Ora agli Stati stabilire come gestire il loro Piano vaccini”

Ma discutere con chi ha già un fortissimo bias di conferma tende ad essere un’esperienza allucinante. Chi parte dal preconcetto per difenderlo con le unghie e coi denti, si appenderà ferocemente ad ogni appiglio.

Quindi l’antivaccinista medio si appenderà a quel “alcuni eventi rari” e “ulteriori studi” per proporre una totale e assoluta inversione dell’onere della prova.

Un mondo in cui può dichiarare quello che vuole e spetta agli altri perdere tempo per smentirlo.

Facciamo quindi un po’ di chiarezza

L’hanno messo nel bugiardino, quindi deve essere vero

Tecnicamente il foglietto informativo assolve un principio di precauzione.

Quindi, come ricordato dal collega fact checker Paolotuttotroppo, peraltro avvocato e quindi più esperto di legge di Banana33 e Goccediluna79, laureati alla facoltà di “Ho visto diversi episodi di Law&Order: Dipartimento Manutenzione Ascensori”:

l’elenco degli effetti indesiderati non consegue a delle verifiche sperimentali sull’effettiva correlazione tra farmaco ed effetto collaterale; come visto la legge, a tutela dei pazienti, impone alle case farmaceutiche di inserire qualunque effetto che si possa verificare, senza precisare che ciò sia stabilito “a seguito di analisi specifiche”.

Quindi l’EMA ha ricevuto segnalazioni di potenziali effetti collaterali, ha riscontrato che tali effetti collaterali in realtà si verificano sia se ti vaccini che se non ti vaccini allo stesso modo, ma siccome glielo hanno detto, e siccome l’EMA non è la SPECTRE di James Bond descritta dal novax medio, hanno promesso che un’occhiata gliela danno comunque.

Nel frattempo, il bugiardino riporta istruzioni precauzionali sul da farsi.

E qui passiamo al punto forte del pezzo.

La “trombosi venosa dopo Astrazeneca” e la stastistica, il Comunicato Stampa AIE

L’associazione Italiana di Epidemiologia (ancora, più titolata di Napalm51 e Goccediluna79 i quali sono laureati all’università della vita alla facoltà di “Troppi episodi di Dottor House), ha infatti compiuto un piccolo calcolo.

E lo ha fatto prima della fatidica conferenza dell’EMA, cosa che spazza via ogni dubbio nell’opulento stile del “kivvipaka”.

Dato che riportarsi a quanto detto dall’EMA avrebbe richiesto non solo la malafede che l’antivaccinista medio rinfaccia a chiunque non concordi con le sue idee, ma anche la capacità di viaggiare nel tempo

In attesa di notizie più precise in ordine ai dati che hanno spinto diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, a sospendere precauzionalmente l’utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19, l’Associazione Italiana di Epidemiologia osserva che, sulla base dei dati della letteratura scientifica relativi alla incidenza della trombosi venosa profonda (TVP) e ai dati sui ricoveri ospedalieri, è possibile stimare, in modo conservativo, che in un anno, sono attesi nella popolazione generale tra 35 e 70 anni di età circa 80 casi di TVP ogni 100.000 persone. Questa stima conduce a un numero di casi attesi pari a 1,5- 2 casi per settimana, ovvero 6-8 casi nell’ultimo mese per 100.000 persone.

Al 14 marzo 2021, risulta che 184.219 soggetti appartenenti alle Forze Armate e di Polizia e 610.305 soggetti appartenenti al personale scolastico hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca, nell’arco di un mese, per un totale di quasi 800 mila persone. Alla luce delle evidenze disponibili, pertanto, in questa popolazione, in un mese si sarebbe dovuto verificare per il solo effetto del caso (6-8 casi/100,000 per 800,000 persone) un numero di ricoveri ospedalieri per TVP compreso tra 48 e 64. Questi casi si verificano non certo per effetto del vaccino ma per effetto della normale incidenza della malattia.

Si tratta di calcoli semplici, anche se per il momento approssimativi, e che possono essere confermati con dati più precisi relativi alla popolazione vaccinata. Sulla base di queste considerazioni, l’Associazione Italiana di Epidemiologia auspica l’applicazione di adeguate metodologie di sorveglianza epidemiologica e attende fiduciosa il responso di EMA su un tema di grande rilevanza per la sanità pubblica del nostro Paese. Si auspica, inoltre, uno sforzo da parte dei media per una comunicazione che sia trasparente, corretta e priva di allarmismi non supportati da dati scientifici.

E di questo ne avevamo già parlato anche noi.

Sostanzialmente in ogni momento esiste nella popolazione generale un certo numero di casi di Trombosi Venosa Profonda.

Nella popolazione generale, in ogni momento dato, ci sono quantomeno due casi per settimana di TVP previsti, ovvero 8 casi al mese su 100.000 persone.

Eventi che si verificano spontaneamente.

Esattamente come nel 2019 era stata registrata un’incidenza di nove morti al giorno per incidente stradale, eppure tutti abbiamo trovato stridenti, dissonanti e odiosi titoli come “Morta ottantenne investita da un autobus: era andata a fare il vaccino”.

Atteso che spontaneamente otto casi al mese ogni 100.000 di TVP sono nella norma, la “trombosi venosa dopo Astrazeneca” non si discosta dalla media.

Questo significa che, verosimilmente avremmo avuto un numero di casi simile se non uguale anche se non vi fosse stata la vaccinazione.

E che volervi invenire un collegamento basato sulla sola contiguità spaziale e temporale ha senso come attribuire la morte di un anziano investito dopo il vaccino al vaccino stesso.

Vaccinazione diffusa significa eventi diffusi tra i vaccinati, per una mera questione numerica

Abbiamo anche visto come i tentativi antivaccinisti di cavalcare la sospensione EMA, la stessa abbia provocato una perdita di fiducia ancora, fortunatamente, contenuta.

Il problema è che le prime coorti vaccinali ad essere state interessate dalla vaccinazione sono state, per forza di cose, gli anziani e i malati gravi.

Ed è logico che sia così: morire per gli effetti di una polmonite interstiziale che toglie il respiro è una morte atroce a cui un soggetto debilitato non può sottrarsi con le forze fisiche che non ha.

Quindi è necessario vaccinarlo, perché possa vivere serenamente gli anni che gli restano senza una spada di Damocle che per lui comporterebbe la morte.

Ma quelle persone, purtroppo, possono ancora morire degli affanni, dei dolori e dei guai tipici dell’età e della loro condizione.

Ogni volta dovremo aspettarci il titolo “caricato” e una campagna di infodemia pronta a collegare due eventi privi del qualsivoglia nesso eziologico?

Sperando che il piano vaccinale prosegua, entro Settembre dovremmo essere riusciti a vaccinare l’80% della popolazione Italiana.

80% che naturalmente continuerà ad avere incidenti, ammalarsi di malattie che non sono legate a COVID19, avere i denti cariati, perdere i capelli, bruciarsi mentre cucinano salsicce e farsi venire l’indigestione mentre le mangiano…

Dovremo finire ogni volta a accusare il vaccino di ogni singolo guaio del genere umano?

La statistica ci dice di no. La logica ci dice di no. La scienza ci dice di no.

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