Una vera e propria diatriba quella che si è venuta a creare in queste ore tra Salvini ed il Ministro Azzolina a proposito della corretta scrittura di plexiglass o plexiglas, al punto da dover ricorrere alla Treccani. Tutto nasce dalla polemica sulla gestione della riapertura delle scuole. E se da un lato l’esponente del Movimento 5 Stelle sembra avere argomenti sul fatto che l’impianto accusatorio del leghista stia scricchiolando, essendo fondato proprio sul presunto utilizzo di questi strumenti negli istituti da settembre, allo stesso tempo c’è un’altra questione da affrontare.
Nelle ultime settimane proprio il Ministro Azzolina è finito al centro di un dibattito, come avrete notato a suo tempo sulla questione “Norimberga“. Nella giornata di lunedì, ha dovuto poi incassare ulteriori critiche dallo stesso Matteo Salvini: “Le follie del governo sul decreto Scuola: tante famiglie in tutta Italia chiedono sorrisi e speranza per i loro figli, non il plexiglas. Non è questo il futuro da dare agli studenti“. Immediata la replica di Azzolina, che oltre ad accusare il collega di non aver letto il decreto, a proposito della possibile adozione dei “plexiglass o plexiglas” a scuola, afferma anche che il suo interlocutore abbia commesso un errore di fondo.
Il Ministro, infatti, sui social ha sentenziato esattamente così: “Non sai neanche come si scrive“. Questa volta, però, la Treccani dà ragione a Matteo Salvini, con una pagina apposita in cui troviamo la definizione di “plexiglas”. In effetti, quest’ultimo termine richiama il materiale generico che viene utilizzato soprattutto in alcuni esercizi commerciali, soprattutto nella fase di riapertura post Coronavirus.
In sostanza, abbiamo una sentenza sulla correttezza di plexiglass o plexiglas secondo la Treccani. Prevale il secondo termine, mentre con “plexiglass” da anni si intende il produttore tedesco tramite il quale è nato il concetto, con un nome modificato nel tempo ed in modo arbitrario dai clienti. Così, infatti, si è passati da una a due “s”.
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