La tragedia della Grotta Nutty Putty, da attrazione turistica a memoriale
La Grotta Nutty Putty è diventata un triste memoriale, dedicato alla scomparsa di un giovane esploratore, il ventiseienne John Edward Jones. Parliamo di una grotta idrotermale ipogenica nello Utah, nata quindi dall’azione delle acque surriscaldate in ascesa, ricoperta di uno strato viscoso di argilla da cui deriva il suo nome (in Italiano, la “Grotta dell’Argilla color Nocciola”).
Il suo primo esploratore, Dale Green, avrebbe voluto chiamarla nel 1960 “Grotta del Silly Putty”, ma scelse un nome assai più serio. La Nutty Putty fu a torto definita una “grotta facile”, e questo ha portato alla sua trasformazione in tomba.
La tragedia della Grotta Nutty Putty, da attrazione turistica a memoriale
Una “grotta facile” diventa una grotta per turisti, e la Nutty Putty ha passaggi larghi tali da poterci passare comodamente, e passaggi così stretti da dovercisi arrampicare e doverci strisciare dentro.
Nomi come “Passaggio del Canale del Parto” o “Passaggio divora elemetti” non impedirono ai boyscout di esercitarsi al suo interno ed ai turisti, spesso impreparati, di visitarla ad ogni ora.
Dal 1999 al 2004 almeno sei persone rimasero incastrate avendo bisogno dei soccorsi: la grotta fu chiusa al pubblico nel 2006 e munita di sorveglianza e cancelli di ingresso per limitare il pubblico.
Nel 2009 il temuto incidente fatale arrivò, quando il ventiseienne John Edward Jones, convinto di poter raggiungere il Canale del Parto, finì invece in un passaggio diverso. Un vicolo cieco dove rimase imprigionato per 28 ore a testa in giù, incapace di rigirarsi per tornare indietro (cosa resa possibile nel Birth Canal da uno slargo).
Probabilmente se avesse saputo di essere nel punto sbagliato, se fosse entrato piedi all’ingiù secondo alcuni soccorritori le cose sarebbero andate diversamente, ma col senno di poi è troppo facile giudicare una tragedia.
Centotrentasette soccorritori si alternarono nel tentativo di salvataggio, e dopo alcune ore un sistema di carrucole e pulegge riuscì a sollevarlo quel poco che basta per dargli cibo ed acqua.
Nelle ore successive tutto andò peggio: il sistema cedette, ferendo un soccorritore, e il giovane rimase incastrato nel pertugio a testa in giù, col sangue che arrivava al cervello e il cuore affaticato.
Perì dopo ventisette ore ma la storia non finì.
Il suo corpo fu considerato irrecuperabile: si decise di chiudere la grotta al pubblico, sigillare il passaggio, e la Nutty Cave divenne il mausoleo del giovane Jones.
La storia ispirò un film e attirò le ire di alcuni speleologi, evidentemente convinti che la tragedia non valesse la perdita del loro luogo preferito.
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