Il Caso

La stravagante saga di Raygun atleta Olimpica australiana: voi che la odiate, cosa avreste fatto di meglio?

In queste Olimpiadi falcidiate dalle fake news ci mancava solo un’altra improbabile eroina, Raygun, che non meritava l’odio della Rete che ha ricevuto. Certo, i suoi risultati non sono stati eccellenti, ma non si era detto tutti assieme che l’importante è fare il nostro meglio?

Rachel Gunn detta Raygun quantomeno ci ha provato: e diciamolo, il pessimo punteggio (in senso improprio: nella breakdance non c’è un punteggio classico) Olimpico ci sta anche tutto. È il corollario di odio e disprezzo che le è tracimato addosso che, oggettivamente, è il contrario dello spirito olimpico.

La stravagante saga di Raygun atleta Olimpica australiana: voi che la odiate, cosa avreste fatto di meglio?

Comincia tutto con l’ingresso della breakdance tra le discipline olimpiche: introdotto per attirare i giovani, falcidiato dalla narrativa (spesso politicamente orientata) delle “Olimpiadi woke e trans” che con un tocco di malcelata xenofobia vede nella disciplina nata nei ghetti qualcosa di “woke”, ovvero “occidentale e progressista”.

La stravagante saga di Raygun atleta Olimpica australiana: voi che la odiate, cosa avreste fatto di meglio?

E con la selezione per la rappresentanza olimpica di Rachel Gunn. Non esattamente “la prima che passava” per l’outback australiano: parliamo comunque di una ballerina semiprofessionista con anni di allenamento (sin da bambina) in tapdance, jazz e sala da ballo.

Semplicemente, Rachel Gunn non era all’altezza degli altri partecipanti. Del resto, se alle Olimpiadi esiste il podio è anche perché esistono gli ultimi classificati. Non tutti possono arrivare primi, e l’ultimo posto qualcuno nella vita dovrà sempre portarselo a casa, che lo voglia o meno.

Rachel Gunn, comprendendo che il podio non lo raggiungerà mai, la butta sulla simpatia, con una serie di mosse buffe e iconiche come la mossa del canguro.

Si badi, uno dei giudici che l’ha stroncata, Martin Gilian, ha anche difeso la sua simpatia. Semplicemente il suo livello non era abbastanza per vincere, ma quantomeno aveva portato qualcosa di nuovo sul palco.

Non così l’ha pensata il pubblico: sin dai tempi delle antiche olimpiadi chi vince porta onore alla sua nazione, chi perde disonore e odio.

Una petizione su Change cancellata per odio social ha chiesto di mettere Raygun e il comitato Australiano sotto accusa per aver inviato una atleta “immeritevole” togliendo il posto ad un vero campione, i social l’hanno accusata di aver voluto perdere apposta e gettare nel discredito una intera nazione.

Piove sempre sul bagnato

I video ormai virali della sua competizione vengono quotidianamente cancellati dai social: del resto quando non sono pubblicati con insulti all’oggetto della professoressa universitaria in studi culturali (e con una tesi sulla Breakdance) vengono condivisi contro il diritto d’autore che spetta al comitato olimpico.

Anche a causa della scarsa performance di Rachel Gunn la Breakdance salterà le prossime Olimpiadi per tornare, forse, tra otto anni con nuove regole anche nella selezione.

“Vorrei chiedere alla stampa di smettere di molestare la mia famiglia e i miei amici, la comunità di breakdance australiana e la comunità di ballo di strada in in generale, tutti ne abbiamo passate tante

Ha da aggiungere Rachel Gunn, ormai da settimane la donna più odiata di tutta l’Australia e dintorni.

Ma seriamente: voi al suo posto avreste fatto di meglio? E non siete mai arrivati ultimi in qualcosa senza essere linciati sul posto per questo?

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