Una lunghissima serie di post di pura propaganda politica contro MamAfrica si sta susseguendo in queste ore sui social, almeno stando alle segnalazioni che ci sono pervenute nel pomeriggio di oggi 8 aprile. In particolare, tutto ruota attorno all’arresto del fondatore della Onlus di Pollena Trocchia, vicino Napoli, accusato di violenza sessuale nei confronti di un bambino africano. I fatti risalgono a qualche tempo fa, stando alle informazioni che abbiamo avuto modo di raccogliere tramite “Il Mattino“, con il 72enne che avrebbe costretto per 7 un bambino ad una serie di attività a dir poco censurabili.
Secondo le prime ricostruzioni, che indirettamente hanno coinvolto anche MamAfrica, uno dei volontari avrebbe notato strani atteggiamenti tra l’uomo ed il bambino, creando in questo modo i presupposti affinché potesse partire una vera e propria indagine da parte della Squadra Mobile di Napoli. Il bambino sarebbe stato minacciato di essere allontanato dalla struttura che lo stava ospitando nel Togo, nel caso in cui non si fosse prestato alla volontà dell’uomo.
Questione immigrazione estremamente calda in questo periodo, al punto da dover condividere nella giornata di ieri alcune precisazioni a proposito delle dichiarazioni del Cardinale Robert Sarah (potete trovare tutti i dettagli del caso tramite l’apposito articolo). Come avrete notato, abbiamo utilizzato in diversi casi il “condizionale”. Al momento, infatti, sono sommarie le informazioni trapelate sulla vicenda e la stessa MamAfrica ha annunciato di dar voce a sé stessa tramite una nota ufficiale dei propri legali.
Questo prima di chiudere la propria pagina Facebook, che contava oltre 500.000 fan. Secondo quanto abbiamo raccolto, l’uomo arrestato di recente si era reso protagonista di un duro post contro Salvini, al punto che tantissimi seguaci dell’attuale Ministro degli Interni si sono recati sulla suddetta pagina per ostentare la notizia dell’arresto. Probabilmente, per questo motivo, al momento la pagina di MamAfrica risulta non raggiungibile come evidenziato dai colleghi di Next Quotidiano.
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