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La storia della madre arrestata per aver mentito sull’età dei figli a Disneyland era davvero così?

Ci segnalano i nostri contatti un video TikTok contenente la storia di una madre arrestata per aver mentito sull’età dei figli a Disneyland, con tanto di commenti pronti a prendere le difese della donna invocando il principio “Perché nessuno pensa ai bambini”

La storia della madre arrestata per aver mentito sull’età dei figli a Disneyland era davvero così?

Nel video infatti si vedono i bambini che urlano “aiuto” in spagnolo e la donna portata via dalle autorità. Cosa che non è accaduta per aver mentito sull’età, ma per quanto accaduto dopo.

La storia della madre arrestata per aver mentito sull’età dei figli a Disneyland era davvero così?

Sostanzialmente, nei parchi della compagnia vige una regola per cui i bambini al di sotto dei tre anni non pagano il biglietto, e la regola viene eseguita col principio della fiducia: non ci sono controlli di documenti all’ingresso, casomai a campione o nei casi sospetti ex post.

In questo caso la donna è stata pizzicata al Disney California Adventure con dei bambini ovviamente di età superiore ai tre anni: al momento di essere identificata dalla security la stessa ha cominciato a urlare oscenità varie, che non si sono fermate neppure davanti all’arrivo della polizia.

I commenti

A quel punto, semplicemente, si è passati dall’ingresso senza biglietto alla resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Sommando a tutto questo il sospetto di una condotta recidiva cui, ovviamente, l’unico riscontro è stata la resistenza citata, la storia è finita in manette e coi bambini spaventati.

Ma non perché “Disney è una multinazionale cattiva”, ma perché da che mondo e mondo, l’oltraggio e la resistenza a pubblico ufficiale non risolvono i problemi. Anzi.

Tra i commenti ovviamente troviamo commenti di utenti a favore della donna che confermano invece la natura clickbait dell’articolo. Ad esempio, confermando che i controlli sono basati sulla fiducia, vantandosi di aver violato tale fiducia più volte, commenti che negano che rubare un biglietto sia un grave reato perché “sono costosi”.

Taceremo sul fatto che se gli fosse rubata ad esempio l’automobile, nessuno dei commentatori accetterebbe “Eh, ma il ladro non poteva permettersela” come risposta, ma il problema non era l’ingresso senza biglietti quanto, evidentemente, le condotte successive.

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