La Russia denuncia la CPI (ed altre reazioni di pancia): perché ormai in politica internazionale accade di tutto ed il contrario di tutto. L’ovvio riferimento è alla recente incriminazione di Putin e la Commissario per i diritti dell’Infanzia Russa per deportazione di minori.
A sua volta seguito dell’apertura di un rapporto presso l’ONU per una lunga serie di crimini di guerra che includono i massacri di Bucha, le numerose accuse di stupro etnico raccolte in sede e riguardanti soldati russi e donne e bambine Ucraine, torture e la distruzione sistematica di infrastrutture civili.
Come abbiamo già detto in passato, è improbabile che una denuncia della CPI porti allo scenario, almeno non in tempi brevi, di Putin portato via in manette. Il diritto Internazionale è sostanzialmente una questione di patti: un club molto esclusivo. La Russia non riconosce la CPI e la CPI riconosce una serie di imputazioni che la Russia disconosce.
È più una “lettera scarlatta” sulle relazioni diplomatiche, uno sprone ad esaminare quanto accaduto in Russia. Le reazioni? Decisamente di pancia.
Ricordate la triste saga dei notutto che sui loro gruppi Telegram minacciavano di denunciare Draghi finendo poi con la DIGOS ad indagare sulle loro esternazioni?
Chiunque sia colto in fallo coltiva in fondo al cuore il desiderio di denunciare il Giudice, il Pubblico Ministero, Parte Civile e Mattarella: la Russia si invola presso la medesima china dei notutto denunciando ai propri stessi tribunali la Corte Internazionale che a sua volta denuncia la Russia in una Inception di denunce che, esattamente come coi notutto nostrani, butta in vacca un tema tremendamente serio.
Tema così serio che la CPI ora non può che alzare la posta, annunciando che
“Purtroppo l’Ucraina è una scena del crimine e sembra che sia stata commessa un’intera gamma di crimini. Stiamo conducendo indagini indipendenti”, ha dichiarato alla Bbc il procuratore. “Se si raccolgono prove affidabili, non esiteremo ad agire”, ha detto Khan.
Il resto delle reazioni non è da meno: il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa ed ex presidente Dmitry Medvedev propone, con lo stesso piglio di burla ben poco garbata con la quale la Russia minacciava di bombardare l’Eurovision per averli espulsi e fatto vincere l’Ucraina, di bombardare con un missile ipersonico L’Aia.
Missili ipersonici che ormai sono l’equivalente bellico del Sarchiapone dello sketch di Walter Chiari. Medvedev aggiunge inoltre il solito spettro della Russofobia, sottolineando come a suo dire si possa giudicare il leader di un paese solo se “si è selvaggiamente indebolito”. Frase questa che in un action movie suonerebbe come una “red flag”, ovvero come il momento in cui cominciare seriamente a temere le profezie autoavveranti.
Il ministro degli esteri cinese prende cautamente le parti della Russia chiedendo “imparzialità”, mentre l’Ucraina annuncia la creazione di un portale per recuperare i bambini smarriti.
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