Nei giorni scorsi, stati tra i primi a sollevare il problema (per la serie: tiriamocela) attraverso un editoriale (qui il link) nel quale avevamo fatto alcune considerazioni sugli assembramenti ai comizi dell’ex Premier Giuseppe Conte, precisando che comunque non si trattava di un atto d’accusa specifico nei confronti del leader del Movimento 5 Stelle, ma di una riflessione più ampia su quella che noi abbiamo ritenuto essere una palese contraddizione, che tra l’altro non è affatto nuova: la classificazione degli assembramenti in “buoni” e “cattivi”, che si protrae già dalla fine del lockdown del 2020. Di fatto, esistono situazioni che vengono tollerate dalla politica e dall’opinione pubblica (un esempio su tutti: i festeggiamenti per la vittoria della nazionale di calcio agli Europei), mentre altre situazioni vengono considerate estremamente pericolose (la famigerata “movida”, o comunque tutto ciò che ha a che fare con lo spettacolo, la cultura, ma anche il divertimento fine a sé stesso).
In effetti, certe foto di piazze gremite per comizi elettorali hanno fatto storcere il naso soprattutto a quanti sono costretti a non lavorare (o a poterlo fare con pesanti limitazioni) fin dal mese si marzo 2020. Ci sono state prese di posizione decisamente piccate, come quella del Rapper Salmo (ne abbiamo parlato qui), ma anche di altri artisti, come Fedez (che proprio nei confronti di Salmo rivolse pesanti critiche in occasione del suo concerto dello scorso Agosto a Olbia con relativo maxi assembramento).
Attraverso delle storie Instagram, Fedez ha pesantemente criticato gli assembramenti che si sono creati in occasione di comizi elettorali, in particolare, appunto, di quelli dell’ex Premier Giuseppe Conte, pur nominandolo esplicitamente:
“Mi continuo a domandare perché solo in Italia non si fa letteralmente nulla per introdurre norme e progettualità per far ripartire il mondo dello spettacolo con gli strumenti che oggi sono a disposizione che potrebbero garantire la sicurezza di tutti”
Fedez può piacere o non piacere, ma è fuori discussione che sia un influencer che può efficacemente influenzare l’opinione pubblica, in particolare la popolazione più giovane. Lo sa bene anche Giuseppe Conte, che quando era Presidente del Consiglio si affidò proprio ai Ferragnez per sensibilizzare i giovani all’utilizzo della mascherina.
Poche ore dopo la pubblicazione delle storie Instagram di Fedez, Giuseppe Conte ha risposto al rapper, ma anche a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, dandogli esplicitamente ragione:
“Buongiorno Fedez, mi rivolgo a te e agli artisti che come te, in queste ore state lamentando le attuali restrizioni per la cultura e lo spettacolo, mentre invece la politica, gli incontri della politica, avvengono con piazze gremite di gente. Non va bene, e infatti lo sto dicendo da quattro giorni in tanti punti stampa. Dobbiamo ripartire tutti insieme, e la cultura, la filiera della cultura e dello spettacolo, ma anche degli eventi sportivi, ha tanto sofferto. Per poter ripartire non va bene portare la capienza all’80%. Dobbiamo portarla al 100%. Dobbiamo ripartire forti. Dobbiamo ripartire tutti insieme!”.
Ciò che dal canto nostro possiamo aggiungere, è la speranza che queste polemiche siano l’occasione per dare finalmente una risposta ai lavoratori e agli artisti di quei settori che più di tutti hanno sofferto e stanno ancora soffrendo per questa pandemia.
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