La Procura di Bari apre inchiesta sui crimini di guerra russi verso gli Ucraini, raccolte testimonianze dei profughi
La Procura di Bari apre inchiesta sui crimini di guerra russi verso gli Ucraini: solo un osservatore distratto potrebbe pensare che la cosa non abbia senso o peggio deriderla.
In realtà, il senso c’è e l’iniziativa fa seguito (come indicato da ANSA) alla richiesta avanzata da Eurojust alle Procure presso la Corte penale internazionale e nei diversi Stati membri di “conservare, analizzare e archiviare le prove relative a crimini contro l’umanità commessi in Ucraina”, mediante apertura di un indagine a carico di ignoti per “collaborazione internazionale su crimini di aggressione”.
In un’Italia in prima linea nell’accoglienza ai profughi dei grandi conflitti dell’est, la Puglia è sempre stata terra di frontiera. La Puglia ha accolto con grande calore (e spesso molte difficoltà) i profughi dall’Albania degli anni ’90, del Kosovo e di ogni vento di guerra.
Ancora adesso i profughi Ucraini arrivano alle coste Pugliesi, col loro carico di storie dolorose da raccontare.
Storie che qualcuno ha il dovere di raccogliere prima che vengano disperse, sia perché i profughi inevitabilmente si ricongiungeranno a parenti ed amici in giro per l’Europa, sia perchè senza una conferma scritta, il male del negazionismo potrebbe colpire anche questa tragedia, come sta facendo già ora sui Social e sulla Propaganda.
La Procura di Bari apre inchiesta sui crimini di guerra russi verso gli Ucraini: la raccolta delle informazioni
Gli investigatori mantengono il massimo riserbo: tutto quello che possiamo dire in quanto è possibile confidarlo alla stampa è che i fascicoli della Procura si stanno rapidamente riempiendo di testimonianze strazianti.
“Racconti terribili”, dichiarano gli investigatori, in una indagine coordinata dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Francesco Giannella.
La presenza di racconti terribili provenienti dai profughi e relativi ai crimini di guerra sembra confermare tristemente il quadro che abbiamo avuto modo di conoscere dai campi di battaglia.
Quello basato su cadaveri abbandonati per strada, stupri e compiaciuti racconti di torture a soldati e civili “percossi fino a farne scoppiare gli organi”.
La guerra non potrà durare per sempre: un giorno il contenuto di quei fascicoli potrà tornare per inchiodare i colpevoli dinanzi alle loro responsabilità.
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