La NASA ammette che i cambiamenti climatici sono causati dalla variazione dell’orbita solare terrestre e non dall’uomo
La NASA ammette che i cambiamenti climatici sono causati dalla variazione dell’orbita solare terrestre e non dall’uomo è uno dei tanti articoli dal sapore complottistico che sono apparsi di questi giorni.
Nascono da una variante complottista della disinformazione, cosa che ci ha tenuto in confusione su quale tag usare. Sostanzialmente siamo al livello complottista della “mamma informata novaxx” che leggendo il bugiardino dei vaccini sentenzia convinta che i vaccini siano contagiosi. Non perché i vaccini effettivamente lo siano (se lo fossero, avremmo sconfitto malattie letali per sempre e col minimo sforzo), ma perché non ha compreso quello che ha letto.
Vi risparmiamo l’enorme Walltext: vi riassumeremo che nel tentativo di provare che i sinistrorsi di sinistra (giuriamo, è così nel testo!) hanno torto, essi ci nascondono che il cambiamento climatico è cosa naturale e che un brillante scienziato di nome Milutin Milankovitch l’aveva previsto.
Rivelando così l’ennesimo segreto “che i giornali e le scuole non vi dicono” che si trova facilmente in tutti i sussidiari, testi scolastici, fonti ufficiali, libri di fisica, astronomia, storia e fonti ufficiali del mondo.
Ma andiamo con ordine.
Cosa dice la teoria di Milankovitch?
Sostanzialmente il buon Milankovitch teorizzò che quando la Terra ruota intorno al Sole, ci sono tre variazioni geometriche da tenere in conto. L’orbita intorno al sole, il cambio dell’inclinazione dell’asse Terrestre rispetto all’orbita, e la precessione.
La Precessione è quella cosa così segreta, così nascosta dai governi che la trovi in tutti i sussidiari per le elementari: dove viene insegnato ai bambini che la Terra ruota intorno al suo asse, obliquo, come una trottola inclinata, i cui poli fanno un cerchio intorno all’orbita celeste.
Milankovitch quindi decise di studiare le ere glaciali, ottenendo così un modello matematico perfettamente sovrapponibile alle stesse.
Lungi dall’essere deprecata dai Poteri Forti (quel gruppo di “sinistrosi” onnipotenti che dovrebbe comprendere, all’ultimo censimento, Matteo Renzi, Greta Thunberg, Carola Rackete, Lex Luthor, Soros, BRAINIAC, Gorilla Grood, Katy Perry, il Re della Notte, Cersei Lannister, Skeletor, Megatron e Hordak…), la teoria di Milankovitch fu accantonata per un semplice motivo.
Fino agli anni ’60 non avevamo strumenti tecnici per verificarla. Ogni era Glaciale, per sua stessa natura, tende ad obliterare ogni traccia facilmente sensibile dell’era precedente, e solo dagli anni ’60 l’Umanità ha potuto disporre degli strumenti necessari per esaminare le tracce non osservabili senza particolari strumenti.
Perché la teoria di Milankovitch non significa che che i cambiamenti climatici sono causati dalla variazione dell’orbita solare terrestre e non dall’uomo
La Teoria di Milankovitch, come visto, studia il macroscopico, il lungo periodo.
Il Ciclo di Milankovitch spiega l’esistenza delle Ere Glaciali, ma non serve a studiare cosa avviene, nel breve periodo, all’interno delle ere.
Come ci ricorda EARTH: INSIDE AND OUT, prodotto da Edmond A. Mathez, pubblicato da New Press. © 2000 American Museum of Natural History,
However, it is also clear that astronomical factors alone cannot cause the large changes that the Earth experienced. Other factors must also influence climate but scientists still do not know how.
Comunque, è anche chiaro che i soli fattori astrononomici non possono essere usati come spiegazione e causa dei grandi cambiamenti che la Terra ha conosciuto. Altri fattori influenzano il clima, la scienza ancora non comprende come.
E stiamo parlando del Macroscopico: già la Teoria di Milankovitch, nel suo offrire un modello matematico al sorgere delle Ere Glaciali, non poteva dirsi completa.
Del resto, citando una fortunata serie di animazione (Full Metal Alchemist) il mondo reale è imperfetto e non esiste davvero una legge che sia in grado di spiegare tutto quanto.
È un po’ come la psicostoria dei romanzi di Asimov, in grado di ipotizzare il futuro dell’intera Galassia nel lungo termine e studiando interi popoli, ma del tutto impotente di fronte all’azione del singolo individuo nell’arco di una vita.
Climate strike, non climate change
I cambiamenti climatici oggetto dei Friday for Future non sono quelli macroscopici, a livello astronomico.
Sono quelli quasi istantanei, il cambiamento antropico dall’Età Industriale ad oggi.
Non si parla di climate change, bensì di climate strike, il frutto del c.d. Antropocene, l’era dell’Uomo che Manipola l’ambiente.
Come tutte le teorie del Complotto, è consolante sapere che l’essere umano non deve fare niente se non combattere i sinistrorsi, i Poteri Forti o Katy Perry, che un brillante scienziato che si vuole negletto (ma abbiamo visto non lo è) come Nikola Tesla ed altri guru di un passato remoto e occulto dalla Cospirazione ha detto che tutto andrà a posto se si avrà fede in lui o altro.
Ma non è affatto vero.
Confondere climate change e climate strike significa ad esempio ignorare che
Riscaldamento globale. L’utilizzo imponente dei combustibili fossili catalizzato dalla Rivoluzione Industriale e dal conseguente boom demografico è alla base del cambiamento climatico registrato negli ultimi 200 anni. Sistemi di trasporto, allevamenti, riscaldamenti, industrie e settore agricolo, in un paio di secoli hanno proiettato nell’ambiente più di 550 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, circa la metà delle quali si è accumulata nell’atmosfera, mentre l’altra metà è stata distribuita tra oceani ed ecosistemi terrestri. Questo composto è il principale artefice del cosiddetto effetto serra, poiché intrappola la radiazione infrarossa irradiata dalla Terra, a sua volta derivata dalla radiazione ultravioletta emessa del Sole. In parole semplici, l’anidride carbonica e gli altri gas serra presenti nell’ambiente alterano il normale equilibrio energetico del pianeta, avendo come conseguenza l’innalzamento delle temperature medie poiché impedisce la “fuga” della radiazione elettromagnetica, intrappolandola.
Conseguenze devastanti. Negli oceani l’accumulo di anidride carbonica (CO2) determina il processo di acidificazione, che mette a repentaglio la vita del plancton e di altre specie poiché è in grado di scioglierne i gusci calcarei, come dimostrato da diversi studi. L’aumento delle temperature favorisce invece lo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento del livello del mare; catalizza eventi meteorologici sempre più estremi; determina siccità, inondazioni, carestie, ondate di calore letali, diffusione di vettori che portano malattie e moltissime altre conseguenze nefaste, per la nostra e per tutte le altre specie del pianeta. Ecco perché i cambiamenti climatici scaturiti dalla Rivoluzione Industriale rappresentano uno dei più grandi pericoli per il futuro dell’umanità, destinata ad abbandonare i combustibili fossili (in esaurimento) e ad abbracciare completamente le fonti di energia rinnovabile, se vuol continuare a sopravvivere.
Più una serie di altri rimedi, possibili. Ma fattibili.
Perché ricordiamo, non è neppure esatto dichiarare che siamo di fronte alla distruzione della Terra. La Terra se la caverà benissimo, l’ha sempre fatta. Diventerà solo un gran brutto postaccio per viverci, peggiore di quello che ci sembra adesso.
Le apocalissi non sono rapide e veloci
Non vivremo uno scenario da film. Non ci sarà nessuna data del 2030 in cui la vita sulla Terra finirà.
Vediamo già adesso gli effetti iniziali dell’estremizzazione del clima.
L’arrivo di disperati sulle nostre coste? Il “migrante economico” non è, come amano pensare certuni, uno che “vuole guadagnare più soldi.”.
La perdita di variazione biologica, la distruzione dei coralli e di specie animali? Non troppo tempo fa chi vi scrive citò l’Odio di Kassovitz, descrivendo il tutto così
« Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.” Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio. »
Gli uragani, i cambiamenti climatici estremi, la perdita di ingenti parti di ghiacciai?
Il problema, posso ripetervi, non è la caduta, ma l’atterraggio. E noi stiamo ancora cadendo. Ma non solo stiamo solo ripetendo che va tutto bene per farci coraggio, ma ripetendoci che uno scienziato del 1900 ci ha giurato che se sbatteremo le braccia forte forte ci libreremo in volo come uccelli, che la Cospirazione dei Poteri Forti ce lo ha negato e, felici di volare liberi e ribelli nel cielo eviteremo l’impatto senza sforzo alcuno.
E naturalmente, ci sono tanti altri segnali che portano all’Antropocene come causa del climate strike. Troppi per parlarne in un articolo di blog di 2000 battute circa.
Perché dovrei darti retta? La NASA ammette che i cambiamenti climatici sono causati dalla variazione dell’orbita solare terrestre e non dall’uomo!!!
Perché la NASA non ha ammesso proprio un tubo.
In una pagina descritta come non più aggiornata e il massimo delle cognizioni scientifiche al 2019 la NASA attesta l’esistenza della teoria di Milankovitch.
E tanto basta.
Il resto è il tentativo di ripeterci che fin qui va tutto bene, e che il problema dell’atterraggio è ancora lontano.
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