La Moldavia lancia istituto contro la propaganda delle fonti Russe
La Moldavia lancia istituto contro la propaganda delle fonti Russe, quella che conosciamo bene. Quella che il resto dell’Europa si trova ad affrontare ogni giorno e che iniziative come EUvsDisinfo, e il circuito di fact checkers Italiani IDMO con cui siamo onorati di cooperare inviando i nostri dati combattono ogni giorno.
Una propaganda martellante, grottesca, a base di narrazioni tragicomicamente grossolane e tentativi di spingere la narrativa Putiniana tra più o meno consapevoli “quinte colonne” nei vari gruppi e gruppetti di disinformazione.
La “Disiformatia” del “Compagno Stalin” però nella sua versione 2.0, virtuale, con più troll e meno tovarish. Ovviamente, c’è anche chi dice basta, e anche agli alti gradi dell’amministrazione. Parliamo di Maia Sandu, Presidente della Moldavia.
La Moldavia lancia istituto contro la propaganda delle fonti Russe
Il presidente moldavo ha infatti presentato lunedì una proposta legislativa per la creazione di un centro per combattere la disinformazione e la propaganda, chiamato con l’acronimo di PATRIOT (Patriota).
Scopo del progetto sarà trasmettere
“informazioni veritiere al pubblico” e “identificherà, valuterà e combatterà la disinformazione per eliminare i rischi generati dalle minacce ibride e dalla disinformazione sulla sicurezza nazionale”.
Aggiungendo
“La Russia non può attaccare militarmente il nostro Paese, ma lo attacca costantemente a livello informativo, attraverso menzogne, propaganda, disinformazione… per seminare l’odio nella Repubblica di Moldavia, per indebolire la nostra fiducia negli altri, la fiducia nel nostro Stato”, ha affermato.
“Purtroppo, sul territorio della Repubblica di Moldavia, abbiamo persone e reti, ben consolidate, pagate con denaro straniero… e che hanno un solo ruolo, quello di creare falsificazioni, di diffondere le bugie del Cremlino e di bloccare il cammino della Moldova verso l’Unione Europea”.
Un copione che purtroppo conosciamo bene anche da noi, e che si annida sovente nei punti deboli della democrazia rivolgendoci come un’arma il nostro punto di forza.
Quante volte abbiamo beccato il più atroce dei bufalari ripeterci
“Eh, ma non potete dire che tutto è buffala, siamo in democrazia, avete capito?!?!? La libertà di parola avete capito? Io voglio sentire le voci dei Russi, io voglio diffondere la parola dei Russi!! Se non lo fate è censura!”
Per poi subissarci di notizie a base di “l’Occidente è ridotto alla fame e mangia scoiattoli crudi per mandare le armi all’Ucraina“, bombardamenti al Pentagono inventati da “spunte blu” e rilanciati da giornali russi, assurde accuse all’Italia e al suo governo e bizzarre storie di supervaccinatissimi mutanti che con ogni dose di Pfizer acquisiscono nazismo e superpoteri.
E questo è solo un piccolo elenco: la libertà di parola non è libertà di menzogna. Non c’è dubbio che se qualcuno ci fermasse per strada urlando di averci visto comprare droga e prostitute in piazza non lo “lasceremmo parlare” per “democrazia”, ma lo quereleremmo.
Così non dobbiamo sopportare le “fonti russe” ma come ha fatto la Moldavia combatterle con l’informazione.
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