Prendere una frase, estrapolarla dal contesto e privarla di altre frasi che aiutano a comprenderne il senso è sport che oggi si assiste attraverso tante testate interessante all’aggressore di Marta Novello. La ragazza di Mogliano Veneto, come tutti sanno, è stata accoltellata pochi giorni fa da un sedicenne italiano, ma figlio di immigrati, in seguito ad una rapina finita male. La ragazza, infatti, ha reagito, scatenando l’ira del giovane e finendo in coma dopo essere stata colpita più volte con l’arma.
Reato grave, molto grave, per il quale ora ci si aspetta un iter giuridico breve. Per fortuna, l’aggressore di Marta Novello è stato preso subito dalle Forze dell’Ordine, mentre la ragazza in queste ore si è risvegliata dal coma. Dunque, dovrebbe essere fuori pericolo. Fino a questo punto, le notizie importanti, che in realtà poco ci competono per il tipo di lavoro che facciamo. Un po’ come avvenuto con le morti apparentemente dovute al vaccino AstraZeneca, come osservato soprattutto la scorsa settimana, ci sono troppi titoloni su quanto affermato dalla madre del ragazzo.
Ci sono tanti titoli in giro oggi 25 marzo, secondo cui la mamma dell’aggressore di Marta Novello avrebbe incolpato la DaD per giustificare il figlio. L’intervista completa la trovate sul Corriere della Sera e, leggendola bene, si comprende che il senso delle sue parole sia assai diverso. Senza dimenticare la necessità di contestualizzare il dolore di una mamma per quanto combinato dal figlio:
“Non sopportava l’idea di dover restare chiuso in casa, quasi si sentisse in gabbia. E da quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti, la situazione è peggiorata. È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio. È l’unica ipotesi che riesco a fare: che lunedì pomeriggio il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout. Non è una giustificazione, lo so. Ma cerchi di capirmi: sto cercando un senso a tutto questo dolore”.
Dunque, la mamma dell’aggressore di Marta Novello, in un momento di dolore anche per lei, si limita ad analizzare la situazione e cosa abbia scatenato il folle gesto del figlio. Tra le altre cose, precisando che la sua non sia in alcun modo una giustificazione, né un modo per trovare appigli nella DaD. Questo, senza dimenticare che diversi studi si siano già concentrati sugli effetti a lungo termine dell’ultimo per le menti dei più giovani.
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