La maestra no-vax di Treviso ha cambiato idea? L’Huffington Post parla di conversione, ma non è esattamente così. Tutti ricordiamo la vicenda di S.P., l’insegnante resasi nota per le sue teorie negazioniste impartite agli alunni durante le ore di lezione e contro la quale avevano protestato gli stessi genitori. Nella seconda metà di settembre la maestra no-vax di Treviso era finita in terapia intensiva con un’infezione grave da Covid-19. Nelle ultime ore sono arrivate le ultime notizie: S.P. ce l’ha fatta e ha lasciato l’ospedale Dell’Angelo.
S.P. è stata intervistata dal Corriere della Sera che ha pubblicato l’articolo questa mattina, martedì 5 ottobre 2021. “Non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io. Ho avuto paura come mai prima d’ora”. In questo modo esordisce l’insegnante di Treviso, che dopo un ricovero di tre settimane ha parzialmente ridimensionato le sue posizioni nei confronti della pandemia e dei vaccini. Oggi è ritornata nella sua casa a Marghera.
Il suo corpo subisce gli strascichi della malattia, con una tosse ancora invasiva e debolezza diffusa. “Il Covid non è una passeggiata”, precisa e per questo ammette di aver avuto paura. Una prima parte certamente interessante, ma nelle risposte a seguire S.P. parla di “falsità” della stampa e nega di aver rifiutato la mascherina durante le ore di lezione:
Ha quindi cambiato idea sul virus e sulla pandemia?
«È una domanda posta in maniera sbagliata. Su di me sono state dette e scritte tante falsità. Cose che mi hanno fatto male e che non so da dove siano state tirate fuori».Per esempio?
«Sui giornali e in tv sono stata etichettata come no vax, come una persona che negava l’epidemia, che la negava davanti agli studenti e che in classe non portava mai la mascherina».Non è vero?
«In classe la mascherina l’ho sempre portata e ci sono tanti testimoni. Portavo una mascherina di plastica e una visiera. Non mettevo la classica chirurgica perché mi provocava nausea e conati di vomito. Avevo anche presentato un certificato medico che diceva che non potevo indossare la mascherina chirurgica».
E sui vaccini? Su questo aspetto S.P. risponde che “pensa” che si vaccinerà, ma non prima di aver letto con attenzione i bugiardini, essersi consultata con il suo medico di base e aver ascoltato le persone vaccinate per avere un quadro completo sugli effetti collaterali. Parlare di “conversione” non corrisponde dunque a realtà: S.P. non sembra aver abbandonato le sue teorie sui vaccini: nell’intervista, infatti, parla di “vaccino sperimentale“ all’interno del quale vi sarebbero “sostanze tossiche”. Fa riferimento, inoltre, a dubbi sui vaccini sollevati “anche da premi Nobel”, e ben sappiamo a chi si riferisce.
“Su di me è stato scritto troppo, in alcuni casi violando anche la mia privacy”, conclude S.P.. Può aver ridimensionato le sue teorie sul Covid, ma quella sui vaccini ha tutta l’aria di una resa incondizionata in quanto “il vaccino è una condizione necessaria per lavorare”.
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