Approfondimento

La lettera di Ratzinger, gli abusi nella diocesi di Monaco e la replica di una vittima: “Dice bugie”

Il 6 febbraio 2022 sul sito istituzionale della Santa Sede è comparsa la lettera del Papa emerito Joseph Ratzinger in risposta al rapporto sugli abusi nelle arcidiocesi di Monaco e Frisinga. L’ex Pontefice, sostanzialmente, chiede perdono per tutti gli abusi perpetrati dai religiosi all’interno della Chiesa dal 1945 in poi – periodo cui il rapporto si riferisce – ma allo stesso tempo prende le distanze dall’accusa di aver mentito sul provvedimento contro un sacerdote, nel 1980.

Il rapporto

Nel febbraio 2020 l’arcidiocesi di Monaco-Frisinga ha incaricato lo studio legale Westpfahl Spilker Wastl di stilare un rapporto sugli abusi sessuali sui minori nell’arco temporale dal 1945 al 2019. Il rapporto è stato presentato il 20 gennaio 2022 in una conferenza stampa riportata sul sito Vatican News.

Secondo l’indagine, tra il 1945 e il 2019 nell’arcidiocesi Monago-Frisinga sono stati consumati almeno 497 abusi su 247 vittime di sesso maschile e 182 di sesso femminile. Il 60% delle vittime era di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. 235 è il numero degli autori degli abusi, fra i quali 173 preti.

Oltre al numero delle vittime, l’indagine – che ha impiegato circa un anno di lavoro – ha fatto emergere le responsabilità degli arcivescovi in carica nel periodo interessato. Tra questi c’era il Papa emerito Joseph Ratzinger, arcivescovo della diocesi di Monaco dal 1977 al 1982. Secondo la commissione, durante il mandato di Ratzinger si sarebbero consumati 4 casi di abusi contro i quali lo stesso Papa merito non sarebbe intervenuto. Nello specifico, l’allora arcivescovo Ratzinger non avrebbe gestito la situazione durante una riunione dell’Ordinariato del 15 gennaio 1980, seduta in cui si sarebbe dovuto discutere dei provvedimenti contro un innominato “sacerdote X”, accusato di abusi sessuali – Corriere della Sera ne cita il nome, Peter Hullemann – ma che invece fu solamente mandato da Essen a Monaco di Baviera per sottoporsi a una terapia, per poi diventare assistente in una parrocchia e dunque continuare con la cura delle anime.

La commissione, con questa accusa, fa leva sulla credibilità dell’allora arcivescovo colpevole, quindi, di non aver impugnato gli abusi che si stavano consumando nella sua arcidiocesi durante il suo mandato.

La lettera di Ratzinger

A seguito di questo rapporto, Joseph Ratzinger ha pubblicato una lettera il 6 febbraio 2022 dalla sala stampa della Santa Sede. La missiva è disponibile a questo indirizzo. Prima di arrivare alla lettera di 3 giorni fa, però, il 24 gennaio 2022 Ratzinger aveva negato di essere presente durante la riunione dell’Ordinariato del 15 gennaio 1980, seduta in cui si decise il trasferimento di Hullemann da Essen a Monaco senza fare menzione dei suoi abusi.

Nella lettera del 6 febbraio 2022, infatti, Ratzinger fa un passo indietro e ammette di aver dichiarato il falso, usando parole come non intenzionalmente voluto, dunque non in malafede. In sua difesa, come riporta AgenSir, sono intervenuti i suoi collaboratori che precisano che in quella riunione del 1980, Ratzinger non fosse a conoscenza degli abusi commessi da Hullemann e per questo ne aveva firmato il trasferimento a Monaco per motivi legati a una terapia.

La replica di una vittima di Hullemann

L’8 febbraio 2022 Repubblica ha raccolto la testimonianza di Wilfried Fesselmann, vittima di Hullemann quando aveva 11 anni e quando il religioso operava nella parrocchia di Essen. Secondo Fesselmann, il fatto che Ratzinger non sapesse il motivo del trasferimento di Hullemann da Essen a Monaco sarebbe “una bugia”.

“Quando un prete viene trasferito, il vescovo viene informato del motivo”, dichiara Fesselmann, che nel corso dell’intervista sostiene che le dimissioni di Ratzinger nel 2013 fossero strettamente legate ai casi di pedofilia denunciati nel 2010 a Ratisbona:

Il criminologo Christian Pfeiffer aveva già cominciato a indagare sulla pedofilia a Ratisbona, dove peraltro insegnava il fratello di Ratzinger, Georg. E in quegli anni, a Monaco, vide un dossier sul pastore Peter H, il prete pedofilo che mi ha molestato. Ma alcune pagine erano state strappate. E il cardinale Ackermann gli offrì una grossa somma di denaro per tenere la bocca chiusa. Me l’ha raccontato Pfeiffer stesso. Poco dopo Ratzinger si dimise.

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