La giada arricchisce e porta fortuna solo a chi la vende (ma è assai gradevole)
In seguito al nostro articolo sulle presunte proprietà miracolose del sale, ci è stato richiesto se la giada invece detenesse tali proprietà. Ovviamente no: non esistono i supercibi, non esistono le “superpietre”, non esiste alcun elemento che detenga proprietà sovrannaturali se non nel mito
Perlopiù la giada non è neppure “un elemento”, ma un termine ombrello usato per particolari qualità di nefrite e giadeite, pietre decorative considerate parte del gruppo dei silicati secondo la classificazione Nickel-Strunz, terminologie a loro volta evolutesi negli anni (nefrite è passato infatti a descrivere la roccia, venendo sostituito da “tremolite” per il minerale).
La giada, specialmente nel suo tipo A, è nota per il colore verde acceso della giadeite pura, traslucente e affascinante, mentre i tipi B e C vanno lavorati per avere la stessa bellezza, e questo è l’origine della mitologia.
Perché la giada?
L’essere umano ha sempre inseguito, sia nel mondo animale che minerale, standard di bellezza legati alla rarità: ciò che è prezioso diventa bello, e ciò che è raro diventa lusso e prestigio, e ciò che si dimostra anche utile viene considerato “una benedizione degli dei” in attesa che i meccanismi di tale utilità si scoprano.
Raramente si è attratti da quello che tutti possiedono: ognuno desidera distinguersi. È successo al sale, nel lungo periodo della storia umana in cui le spezie non erano qualcosa “che puoi trovare al minimarket sotto casa” ma preziose e appannaggio delle cucine dei potenti, status symbol da esibire come prova di essere il più ricco degli anfitrioni.
È successo all’oro, a diverse pietre preziose a cui è stata attribuita la facoltà divina di repellere il Male e attrarre il Bene, è successo alla giada.
In cina la giada nefrite è stata praticamente esaurita sin dal periodo neolitico: per la sua grande bellezza era considerata la pietra degli imperatori (da cui l’onorifico “Imperatore della Giada”) e degli studiosi, altra casta investita di grande potere, con la jadeite arrivata nel 1800 col nome di fei cui.
La giada divenne rapidamente simbolo di ricchezza, beltà e benessere e ovviamente chi possedeva monili di giada li considerava un grandissimo tesoro in grado di proteggere dal male.
In Giappone la giada divenne pietra nazionale, con prevalenza per le pietre verdi, dal colore della natura “viva” e quindi usate in rituali per simboleggiare i legami con la fertilità, come anche in Corea e nel resto dell’Oriente.
Oggi la maggior parte della giada proviene dal Myanmar, in Birmania: e parliamo del 70% della preziosa pietra.
Ovviamente questo ha portato ad ammantare la giada di ogni mito
La giada arricchisce e porta fortuna solo a chi la vende (ma è assai gradevole)
La giada, chiariamo, non protegge dal male, non più quantomeno di quanto farebbe il talismano che se siete particolarmente superstiziosi vi portate appresso, il ciondolo che avete appeso (anche se non dovreste esagerare) allo specchietto retrovisore centrale di ogni automobile da voi posseduta dal conseguimento della patente ad oggi, la “lampada al sale” a cui siete affezionati o altri oggetti “portafortuna”.
Ovvero zero.
Non ci sono evidenze scientifiche che la giada assorba le malattie, possa repellere il male e curare malattie.
Alcune false credenze nelle false credenze parlano infatti di nobildonne cinesi che usavano ovetti di giada inseriti vaginalmente per assicurarsi longevità e salute (assolutamente falso) o di bracciali di giada indossati volutamente strettissimi per non poter essere rimossi facilmente sicché, in caso il suo proprietario fosse stato colpito da una grave malattia, un pericolo mortale o un incidente dalle conseguenze potenzialmente fatali, il monile si sarebbe distrutto “sacrificando la sua essenza vitale” per lasciare intatta la vitalità e la salute del padrone oppure avrebbe perso di lucentezza e bellezza fungendo da “termometro delle energie vitali”.
Ovviamente, se una giada perde lucentezza semplicemente è perché è stata logorata dal costante utilizzo oppure, semplicemente, era una giada di qualità inferiore o addirittura un falso ritoccata e rilaccata, e nessun monile, non essendo “vivo” potrà autodistruggersi per rilasciare energie vitali e salvarti da un incidente fatale.
L’unico modo per evitare le conseguenze di gravi malattie resta la prevenzione, l’unico modo per evitare di essere coinvolti in gravi incidenti è prendere idonee misure di sicurezza (cinture di sicurezza e airbag in macchina, caschi e vestiario antinfortunistico nei cantieri…): un monile di giada resta un bellissimo oggetto e gradevole, ma non miracoloso.
Anzi, un finto monile di giada potrebbe avere tutti i problemi di ogni bigiotteria di dubbia provenienza, come provenire da linee di produzione ben poco etiche e non essere a prova di allergeni.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.