L’approccio dei negazionisti Covid è ormai noto a tutti noi, come ci è stato confermato nelle ultime ore a proposito della storia dei manichini in Svizzera usati al posto dei pazienti. Uno scatto, diventato virale, ha infatti accelerato immediatamente i battiti di coloro che in questi giorni hanno sostenuto anche la causa della maestra complottista di Treviso, nell’ambito di una storia da noi già analizzata. Quelli che vedete nella foto ad inizio articolo, ovviamente, non sono dei pazienti, ma nessuno sta cercando di fare il tanto decantato “terrorismo psicologico“.
La storia nasce dalla visita del Ministro della Salute, Alain Berset, a Neuchâtel per visitare gli ospedali. Un autentico malinteso, perché nella foto virale si vede lo stesso ministro a pochi metri dai famosi manichini in Svizzera che hanno preso il posto dei pazienti. Il motivo di tutto questo trambusto scaturisce da un errore nella formulazione della didascalia per le suddette foto. Un chiarimento cruciale sotto questo punto di vista ci arriva dal sito ARC Info, per forza di cose informatissimo sui fatti in questione.
Infatti, il Blick aveva indicato come didascalia alle famose foto che Alain Berset aveva visitato il personale infermieristico del dipartimento Covid-19 dell’ospedale di Neuchâtel. Non è sbagliato, ma poi il consigliere federale è andato anche all’Haute Ecole Arc in compagnia della direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica, Anne Lévy, e del capo della sezione Controllo di programma di infezione e vaccinazione, Virginie Masserey.
Sostanzialmente, le immagini sono state scattate in una sala di formazione dell’HE-ARC. I manichini in Svizzera vengono infatti utilizzati come simulatori per futuri infermieri che vengono chiamati anche a rafforzare il personale ospedaliero. Soprattutto in tempi di crisi come questo, con il Covid. Dunque, qui sperimentano tecniche di intubazione da riprodurre poi sui pazienti.
Ricapitolando, alla base di tutta questa vicenda relativa ai manichini in Svizzera c’è sicuramente un errore giornalistico da parte dei media locali, che non hanno chiarito immediatamente la vicenda. Tuttavia, qui in Italia, invece di gridare subito al complotto, osservando gli stessi manichini al posto dei pazienti, avremmo dovuto approfondire, per poi utilizzare i social come valvola di sfogo. Magari evitando il solito trambusto inutile.
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