Bill Gates, Frank Sinatra, Martin Luther King, Donald Trump: cosa hanno in comune questi tre personaggi? Ad esempio una foto segnaletica, scattata ovviamente per modi diversi, destinata ad entrare nella storia
Perché la foto segnaletica del quarto arresto del tycoon ha generato uno scatto di una fortissima valenza iconica. E Donald Trump lo sa.
In poco tempo il Tycoon ha visitato i tribunali ben quattro volte: per la questione relativa all’aver distratto fondi elettorali per comprare il silenzio della pornodiva Stephanie “Stormie Daniels” Clifford, per aver tenuto con sé documenti riservati, portandoli nel ben poco “Gabinetto presidenziale” della sua “ritirata” a Mar-a-Lago, per aver interferito con le elezioni presidenziali istigando i moti di Capitol Hill e infine per aver interferito con le elezioni chiedendo in telefonate al governatore della Georgia di “trovargli dei voti” venendo accusato così di aver cercato di manipolare il risultato elettorale per spingere la narrazione del “Big Steal”, la teoria del complotto che vuole i Dem aver “rubato le elezioni” al legittimo vincitore facendo sparire dei voti che azioni come quella in Georgia avrebbero dovuto “far riapparire”.
Questa volta però l’arresto, seguito dalla liberazione sotto cauzione, è arrivato da una foto iconica.
Una foto che solitamente testimonia il momento più basso, quello nel quale entri a far parte del sistema giudiziario, ma come altre personalità prima di lui, Trump ha trasformato in un momento di narrativa pop.
La foto segue il “Kubrick Stare”, topos narrativo descritto come il momento in cui il personaggio principale viene mostrato essere avvolto dell’ira, deformato dalla follia omicida o rivolgere un sorriso sarcastico a chi crede di averlo messo in gabbia.
Se lo scatto di Bill Gates descriveva un ragazzino sbarazzino finito in guai più grandi di lui, quello di MLK la serena dissonanza tra la gravità delle carceri e la pace di un sognatore, Trump ha deciso di descriversi come il cattivo di un film di azione o dell’orrore pronto a ghermire la vittoria ad ogni costo.
La foto segnaletica è già finita in questo momento su tazze, magliette e su una surreale pagina di richiesta fondi in cui, grazie alle magie di Javascript, non puoi smettere di guardare lo “sguardo alla Kubrick del Tycoon” se non dandogli una donazione per “sconfiggere la sinistra” che l’ha gettato in un “carcere violento” per far vincere i “Poteri Forti” (oppure chiudendo il browser per intero)
Trump si è appropriato dello scatto, lo scatto si è appropriato della storia.
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