La foto di “Navalny con tatuaggi e saluto nazista” riapre la propaganda filorussa. L’abbiamo vista su X e su TikTok, e, a onor del vero, non per la prima volta. La prima volta? Ci era stata segnalata proprio in prossimità del suo arresto.
Quello che poi avrebbe portato alla sua prolungata detenzione in condizioni carcerarie dure, incompatibili con la sopravvivenza e legate in un carcere ottenuto da un vecchio Gulag Staliniano, dalle temperature dai -30 ai -50 gradi Celsius che possono aver costuito benissimo causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute
Dovremo richiamare più articoli per spiegare il fenomeno: riassumeremo la cosa brevemente qui.
Per la propaganda filorussa l’accusa di “nazismo” è quello che per i complottisti nostrani (categorie che ormai si intersecano e si ibridano) è l’accusa di satanismo e pedofilia per chi gli sta antipatico.
Se vuoi gettare letame su qualcuno e assassinare la sua memoria, specie quando non può più difenderla, basta inventarsi il nazismo.
Navalny ora è morto, e nella Russia di Putin vale la pena riaprire la “damnatio memoriae”.
Ne abbiamo parlato proprio in un recentissimo articolo, che spiega come mai i Russi abbiano salutato la presa di Avdiivka usando come loro bandiera la Bandiera Rossa dell’URSS e perché questo non fosse un errore della stampa come ci era stato segnalato.
Il Putinismo militante vive nel mito della continuità con ogni singola gloria Russa e Sovietica, anche contraddittoria. È un bizzarro microcosmo dove si celebra sia la gloria degli Zar che dei Bolscevichi che li hanno ammazzati, e dove il passato Stalinista, col suo carico di morte e distruzione, non solo non viene visto con la lente critica della storia, ma celebrato in funzione antioccidentale.
Nel magico mondo del Putinismo, chiunque contraddica Putin è un nazista.
Navalny, gli ucraini, persino tu che leggi queste righe ed io che le scrivo siamo pericolosi nazisti che dovrebbero essere deportati in un gulag per morire mentre la Russia “libera il mondo dal male”.
Esattamente come la cospirazione di QAnon con gli oppositori di Trump.
Quindi ecco che un fotomontaggio comparso in rete almeno dal 2013, un fake evidente modificato su un originale dello stesso anno pubblicato sul sito Oru.az torna nella sua forma modificata per punire Navalny.
Parliamo di bufala, quindi, in quanto la foto del saluto nazista di Alexei Navalny è un falso comparso in rete nel 2013, un’elaborazione grafica in cui il volto dell’oppositore di Putin è stato sovrapposto alla foto originale.
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