La foto di Greta scatena gli haters è una locuzione che rimanda a titoli cinematografici come l’urlo di Chen terrorizza l’Occidente.
E la guerra del meme è una precisa strategia mediatica che abbiamo brevemente coperto nei suoi esiti più feroci ed abbiamo evidenziato più volte nel turpe fenomeno della foto privata di contesto.
Quando qualcuno infatti diventa famoso, amato o semplicemente minaccia la posizione di qualcun altro, ci si ricorda improvvisamente di due fenomeni coincidenti
Ma questa volta Greta Thunberg non ci sta.
La foto di Greta scatena gli haters? E lei risponde, con la semplicità che solo una ragazzina può ottenere, una ventata di aria fresca nei miasmi della viralità e della didascalia buttata a membro di segugio.
Le puntate precedenti della vicenda ve le avevamo già riassunte qui
“È un buon segno che mi odino, perché vuol dire che mi percepiscono come una minaccia”, ha risposto la 16enne, “Abbiamo fatto un viaggio di 32 ore in treno. Dovevamo mangiare qualcosa, e questi prodotti si vendono appunto imballati, non potevamo portarci tutto da casa”.
Greta si stava dirigendo all’epoca al World Economic Forum di Davos, dove pronunciò un discorso, divenuto celebre: “Io guardo i fatti e vedo che ciò che bisogna fare e ho deciso di farlo, perché se non lo facessi mi sentirei male e vorrei, quando sarò più grande, essere capace di guardarmi indietro e dire che ho fatto quello che potevo”.
Vi avevamo già esplicitato quanto sia difficile trovare dei ready made meals da stazione in imballaggi diversi o addirittura sfusi: uno dei problemi su cui la generazione ambientalista, di cui Greta è parte ma fortunatamente non unica esponente, sta cercando di sensibilizzare.
Peraltro chi vi scrive è anch’egli un fervente ambientalista, che può per tanto rigettarvi al mittente ogni singola accusa di ipocrisia: non è vivere come un cavernicolo essere un ambientalista.
Un ambientalista ha una macchina, esattamente come voi altri, ma quando può usare i mezzi pubblici, lo fa, specialmente sulle lunghe percorrenze.
Basta risparmiarsi lo sbattimento di trascinarsi dietro la propria macchina di autostrada in autostrada, per poi doversi cercare un garage o altro ricovero, ed ecco che la nostra impronta ambientale, che non potrà mai essere annientata del tutto, si riduce.
Notato i misteriosi oggetti sul tavolino davanti a Greta?
Si chiamano borracce, da Decathlon e simili ne trovi uguali a 9 Euro con vari tipi di tappo (tappo a vite, tappo con cannuccia incorporata, tappo adattabile alle cannucce Camelback da trekking), sono di metallo e lavabili, se ti cadono al massimo si ammaccano leggermente ma restano usabili per anni ed anni, perché la frontiera della tutela dell’ambiente non è solo il “Riciclare”, ma il “riutilizzare”.
In quella foto che voi siete stati lesti a lapidare, un decente ambientalista riconosce subito l’uso delle borracce, ed è pronto a scommettere un pacco di biscottini che i nostri amici lapidatori invece ritengono se stessi assolti comprando una bottiglietta di plastica dal distributore per poi buttarla dove capita: anche nel piccolo cestino dei rifiuti accanto al sedile sul treno, o nel bidone dell’indifferenziata se passeggiando, senza attendere il passaggio dell’inserviente sui treni a lunga percorrenza o di imbattersi in una campana per il riciclo.
Ciò che si può riciclare, viene riciclato. Ciò che possiamo riutilizzare, va riutilizzato, conservato per rispetto verso l’ambiente e verso la mano che ha progettato o forgiato quell’oggetto.
Greta ogni giorno fa quello che può. E come vedete, anche voi potreste farlo, con poca spesa e solo qualche attenzione.
La foto di Greta scatena gli haters?
Allora noi chiediamo formalmente agli haters di dimostrare che loro, gli imballaggi di plastica, li conferiscono nelle apposite isole ecologiche e, quando ne hanno l’occasione, chiedono ai produttori di usare imballaggi biodegradabili, sia pur in materiali plastici.
Perché se scoprissimo che anche uno solo degli haters, per citarne una, si è unito al coro di proteste contro i sacchetti biodegradabli per l’aumento totale del costo nella spesa di ben cinque centesimi di euro, il nostro riso diventerebbe molto amaro…
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