La foto del Giudice Bruce Reinhart con Ghislaine Maxell è un fotomontaggio: un altro punto di contatto tra l’universo social QAnon e quello pro-Putin.
Entrambi si nutrono di una fabbrica delle bufale basata sul meme: un mondo alla rovescia, un “mondo dello specchio” alla Alice dove il meme più assurdo, sbalestrato viene elevato alla dignità di “fonte” e “notizia”.
Un mondo dove il Photoshop diventa verità “più vera del vero” al grido festante di “Non è vero ma potrebbe esserlo, quindi è vero”.
Ovviamente, una foto in cui l’imprenditrice Ghislaine Maxell, dichiarata colpevole di adescamento di minori, viene ritratta in atteggiamenti intimi e familiari col giudice Bruce Reinheart, “colpevole” invece di aver autorizzato le perquisizioni a casa di Trump origine di nuovi guai per il Tycoon, ormai nell’occhio del ciclone da quello sventurato Gennaio del 2021.
Improbabilmente intento a consumare, su un presunto aereo di lusso, snack e bevande di altra caratura.
Perché si tratta ovviamente di un fotomontaggio ottenuto cancellando l’immagine di Jean Luc-Brunel, altro imputato nel caso Epstein da cui le sventure giudiziarie della Maxell ebbero inizio.
La foto ritoccata proviene da alcuni scatti tratti da un passeggero del “Lolita Express”, il Boeing 727 di proprietà di Maxell Epstein, e furono acquisiti dalle autorità (e divulgati alla stampa) proprio allo scopo di valutare ulteriori elementi a favore dell’esistenza di un’organizazione tra Epstein, la Maxell e Brunel.
La foto è stata quindi modificata e alterata, come potrete vedere dal watermark “what.i.meme.to.say”.
Non è del resto la prima volta che qualcosa nato tra i “meme” diventa una “notizia”.
Le “fonti russe” hanno potuto elevare presunti manifesti incollati dagli Ucraini ad Auschwitz ma solo nella fantasia dell’autore del montaggio e altri fotoritocchi a tema campo di sterminio. Nonché una lunga serie di meme a presunte prove del disprezzo dei “bravi cittadini del mondo” fedelissimi di Putin per Zelensky.
Stesso meccanismo che abbiamo riscontrato in passato coi QAnon, che tendono a rendere oggetto della loro campagna di discredito chiunque si dimostri ostile al loro leader Trump, divinizzato nei meme come un perverso Dio-Imperatore immortale e simbolo di grande virilità e del “Beta Uprising”, la rivoluzione che renderà il maschio bianco impoverito e indebolito un paragone di virilità circondato da donne bellissime e grande ricchezza proprio come il magnate.
Ad esempio ricorderemo come subito dopo il distacco di Mike Pence dal magnate a seguito dei fatti di Capitol Hill, furono diffuse una serie di immagini fotoritoccate per spacciarlo per un pornodivo indicato come di orientamento omosessuale (per i QAnon l’ingiuria suprema, data la presenza di una forte componente omofobica).
La foto del Giudice Bruce Reinhart con Ghislaine Maxell è un fotomontaggio. Uno dei tanti che saltano dai “meme” per diventare mezzo di scontro politico.
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