La foto del bambino ucciso dalla madre a Catania

I mendicanti del web (di cui riportiamo una diapositiva a fine articolo), il cui lezzo ricorda ampiamente quello delle deiezioni espletate a seguito di un pasto a base di legumi con abbondanza di cipolle, sanno dimostrare puntualmente la loro antropofagia quando accadono le tragedie. Un esempio è quello della pagina Facebook Frasi bellissime. Tutti abbiamo letto della tragedia consumatasi a Catania, a Borgo Ognina, dove una madre è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso il suo bimbo di appena 3 mesi.

I fatti

Il 14 novembre una giovane mamma di 26 anni, F.V.S., si trovava con il piccolo in casa della nonna paterna dove vive, non essendo sposata. Inizialmente la donna ha scosso il figlio per poi scaraventarlo sul pavimento, sbattendolo più volte – scrive Giornale di Sicilia – e il piccolo ha perso i sensi. Dopo qualche minuto di silenzio la giovane mamma ha iniziato ad urlare e sono accorsi la nonna di 85 e il padre della donna, al quale quest’ultima  – riferisce l’avvocato Luigi Zinno – aveva già telefonato per dirgli di tornare a casa perché non si sentiva bene. Ai famigliari la giovane mamma aveva raccontato che il bimbo le era scivolato dalle mani.

Il piccolo era stato dunque portato all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove era stato intubato e dal quale era stato trasportato al reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale Nesima Garibaldi. Il bimbo si presentava pallido e ipoteso, con “un imponente ematoma nella regione parietotemporale destra con numerose emorragie sparse su tutto l’ambito retinico”.

Il bambino è morto il 15 novembre.

A seguito delle indagini coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dall’aggiunto Ignazio Fonzo, il giudice per le indagini preliminari Giuseppina Montuori ha disposto l’arresto della donna per omicidio aggravato. Ai magistrati la donna, inizialmente, aveva riferito di essersi sentita male e di voler gettare il piccolo sul letto e non sul pavimento, ma sia la Procura che il gip hanno stabilito che l’omicidio fosse intenzionale, considerata la presenza di più lesioni sul cranio della piccola vittima.

Secondo l’avvocato Zinno, infine, la donna avrebbe sofferto di una depressione post partum, aggravata dai suoi trascorsi: la donna aveva perso la madre all’età di 11 anni e la sua infanzia è stata dolorosa. Una persona fragile, dice il padre, per la quale aveva consigliato delle visite specialistiche ma alle quali non si era mai presentata.

La foto

In nessuna testata nazionale né locale compaiono nome e foto del piccolo. Solo Giornale di Sicilia riporta le iniziali della mamma – F.V.S. – e del piccolo – F.L. – e solo Il Messaggero scrive che la donna, non essendo sposata, aveva dato al piccolo il suo cognome. Possiamo intuire che il cognome cominciasse per F, trattandosi della lettera che accomuna le generalità riportate come sigle, ma pur supponendo che il nome del piccolo cominciasse per L., niente ci dà conferma che si chiamasse Lorenzo. Oltre a ciò, pur accettando che il piccolo si chiamasse Lorenzo, non abbiamo riscontri sulla foto, che potrebbe appartenere a un bambino qualunque.

Intanto, pur comprendendo e riconoscendo la gravità estrema del fatto, abbiamo segnalato pagina e post per l’odio incitato attraverso la solita strategia acchiappalike.

Un mendicante del web, AKA “Antropophagus” di Joe d’Amato

 

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