La figlia di Joe Biden molestata dal padre sotto la doccia, secondo il suo diario?
La figlia di Joe Biden sarebbe stata molestata dal padre, che spesso farebbe incursioni mentre lei si trova sotto la doccia. Questo è ciò che la stessa Ashley avrebbe scritto nel suo diario personale in un passaggio che sta facendo il giro dei social.
La citazione è comparsa su Facebook in acque internazionali. I post si presentano come immagine con testo, ma senza il riferimento a una fonte attendibile.
Il post
Il post riporta questo virgolettato.
Ho talmente paura che venga sotto la doccia con me che ho aspettato fino a tarda notte, per farmi una doccia.
Chi pubblica il post aggiunge: “Ashley Biden parla di suo padre, Joe Biden”, e secondo la citazione si tratterebbe di un brano del diario personale della figlia del presidente degli Stati Uniti, dalle pagine 67 e 68.
Il diario di Ashley Biden
La storia del diario di Ashley Biden ha inizio verso la fine di agosto 2022, quando l’FBI ha riportato che due cospiratori, Aimee Harris e Robert Kurlander, si sono dichiarati colpevoli per il furto e la vendita del diario di un parente di “un ex funzionario governativo candidato a una carica politica nazionale”.
Il furto, infatti, risalirebbe al 2020. I due cospiratori hanno anche dichiarato di aver venduto il diario a un gruppo di New York per 40mila dollari.
Non esiste alcuna prova che tale diario appartenesse ad Ashley Biden. Nel gennaio 2022 il sito National File ha riportato che il diario della figlia di Joe Biden sarebbe stato consegnato dal gruppo di estrema destra Project Veritas ma lo stesso fondatore di Project Veritas James O’Keefe non ha mai confermato che il diario appartenesse ad Ashley Biden.
Conclusioni
Del diario della figlia di Joe Biden si parla tanto, specialmente per l’episodio della doccia su cui vengono condivisi post sui social ma di cui non esiste alcuna prova.
Come ricostruiscono i colleghi di PolitiFact, qualsiasi citazione comparsa sui social proviene da fonti non confermate, e soprattutto non è mai stato provato che il documento riportato dai cospiratori all’FBI appartenesse alla figlia di Joe Biden.
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