Non poteva mancare oggi 5 febbraio la reazione da parte di un segmento di italiani contro il monologo di Rula Jebreal durante la prima puntata del Festival di Sanremo 2020. Il suo messaggio, incentrato contro la violenza sulle donne, complessivamente ha strappato consensi sui social, ma ad alcuni non è piaciuto. Non tanto nella sostanza dei suoi discorsi, quanto sulla forma. Se da un lato è lecito non essere d’accordo su ogni parola pronunciata, allo stesso tempo il modo in cui siano state espresse delle critiche lascia molto a desiderare. Soprattutto perché a parlare in alcuni casi sono le donne stesse.
In particolare, come riportato anche da un resoconto di Next Quotidiano, questo mercoledì ne abbiamo per tutti i gusti. Nelle foto che seguono, potete notare come per alcune signore le parole di Rula Jubreal siano solo frutto del cachet, nonostante la diretta interessata avesse anticipato che metà del compenso per il festival di Sanremo sarebbe stato destinato a Nadia Murad. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’attivista irachena yazida, rapita e vittima di violenze sessuali dall’Isis.
C’è anche chi afferma che non dovesse essere a pronunciare quel discorso, in quanto non italiana. In realtà, ha da tempo la nostra cittadinanza. A tal proposito, picchi di sovranismo con commenti come questo: “Fatti le violenze di casa tua che di quelle di casa nostra ce le facciamo noi“.
Infine, abbiamo altre uscite verso Rula Jebreal come questa: “Può dire qualsiasi cosa, non mi incanta assolutamente. Se poi lo dice al Festival della Canzone Italiana, dove il suo profilo non trova corrispondenze di sorta, mi lascia del tutto indifferente. Se a questo si aggiunge il pianto programmato e ben pagato (maledetto canone RAI) la cosa fa anche incazzare“. Insomma, non tutti hanno colto il senso del suo intervento al Festival di Sanremo 2020 sulla violenza contro le donne.
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