Ogni anno, arriva Halloween. Ogni volta che ci avviciniamo al 31 ottobre, cominciano i meme, le sparate nazionalpopolari, i gruppi di “genitori informati”, “italiani veri” e “noncielodikeno” in piazza per combattere per le vere tradizioni Italiane.
Ogni anno scopriamo quanto nel torto essi siano.
Ma andiamo con ordine:
In realtà in tutte le origini della mitologia è difficile, anzi, impossibile trovare un riferimento alla stregoneria. Arrivato, nei fatti, postumo probabilmente a causa di eventi a tema come “giochi da party” con letture di tarocchi e giochi “stregoneschi” (che stregoneschi non lo erano affatto) come la tavola Ouija di cui abbiamo parlato, gioco “ideomotorio” basato sostanzialmente su movimenti inconsci spacciati neppure tanto velatamente per messaggi dall’oltretomba.
Ma assai più probabilmente quando in età moderna i travestimenti usati dagli antichi Celti prima, dagli stessi penitenti Cristiani poi per allontanare gli spiriti e le tentazioni hanno ceduto il passo ad un “Carnevale anticipato” riempiendo le strade di bambini in cerca di dolci (ne riparleremo) e i bar di uomini agghindati da mostri e donne agghindate da streghe e streghette sexy perché un party non si rifiuta mai.
Secondo una cospicua parte degli storiografi (vedasi Rhys e Frazer) Halloween è da annoverarsi nel novero delle festività sincretiche: un astuto colpo di mano della nascente religione Cristiana che per cancellare la concorrenza usava sia il bastone che la carota.
Il meccanismo è sostanzialmente quello descritto da San Paolo dinanzi all’Altare del Dio Ignoto: ogni qual volta un predicatore cristiano si trovava dinanzi ad un culto pagano, aveva due scelte.
Dichiarare che gli dei pagani erano antichi demoni, quindi sono retroattivamente esistiti nel cristianesimo, ma andrebbero aboliti dal culto in quanto hanno abusato dell’adulazione del popolo per indurlo al peccato, oppure dichiarare che gli dei pagani erano semplicemente Dio, ma prima della Rivelazione il popolo non aveva modo di riconoscerne il nome.
A questo punto il Culto veniva irreggimentato nel Cristianesimo: il fedele era già fedele, ma a sua insaputa. Avrebbe dovuto solo riconoscere il nome corretto di ogni cosa.
Accadde col Natale, festa del Sole Invitto, una celebrazione di età Romana, derivata dai pre-esistenti culti dell’adorazione del Sole e del Solstizio, per celebrare l’allungarsi delle giornate ed il ritorno alla vita attiva che retroattivamente divenne il Natale di Cristo sceso sulla terra per celebrare la sconfitta definitiva del Male e il ritorno di una Nuova Alleanza.
Prima del Cristianesimo, diverse religioni avevano simili festività legate a momenti della natura.
Secondo quanto parte della storiografia ha da dirci, Halloween come lo conosciamo noi deriva dal rito celtico del Samhain, l’opposto polare della festa del Sole Invitto diventata il Santo Natale.
Laddove il Sole Invitto era il trionfo della luce sulle Tenebre, Samhain nasce come momento di riflessione. Prosaicamente, la Festa del Samhain coincideva col momento più buio e freddo della stagione invernale, quando diventava quindi necessario far provviste per l’inverno, macellare i capi di bestiame per avere carne conservata da mangiare e poter nutrire gli altri armenti col mangime rimasto e fermare le attività produttive per un po’, aspettando la “rinascita”.
Anche i Celti, come molti popoli (pensate al Giorno dei Morti messicano immortalato nel noto film Disney Coco, o alle nostre celebrazioni di Ognissanti) ritenevano che ci fosse dello spirituale nel materiale: in quelle lunghe e fredde notti dove l’estate diventa definitivamente inverno e la vita stessa sembra addormentarsi, gli spiriti dei morti vengono “lasciati liberi” dalla dea guerriera Scathach (che i più “nerd” ricorderanno essere maestra dell’abile Red Sonja dei fumetti, giovane donna benedetta dalla Dea Guerriera con la forza di sconfiggere ogni avversario) di tornare anche solo per una notte nei luoghi dove sono vissuti per vedere, “prosaicamente”, come se la cavano i loro discendenti.
Per l’occasione, esattamente come nei vari Giorni dei Morti delle varie culture, gli antichi Irlandesi preparavano dolci e cibi prelibati per festeggiare i loro cari estinti e celebrare le loro vite, rassicurandoli così che anche dopo la loro morte la vita continuava e i loro eredi erano “a posto”
Come per molti giorni dei morti, all’arrivo del Cristianesimo si decise non per la demonizzazione, ma per la Santificazione: si rimosse quindi la dea Guerriera, e restò Halloween, All Hallow’s Eve, la Notte di Ognissanti.
A questo punto arriva il “culto dei Santi”: sappiamo bene che nel Cristianesimo, come nell’Antico Testamento, vale ancora il Primo Comandamento: Non avrai altro Dio.
Ma molti degli attuali Cristiani ad un tempo avevavano adorato divinità di un intero Pantheon: i vari dei divennero a scelta demoni (destino toccato a Diana, dea della Caccia, diventata una strega suprema), oppure videro le loro funzioni espropriate dai Santi, persone esemplari che per la loro bontà, purezza e vicinanza a Dio vengono descritte come, in Paradiso, avere una certa capacità di farsi portavoce dei bisogni e delle preghiere di coloro rimasti sulla Terra facendone ambasciata a Dio stesso.
Complicava le cose l’introduzione del concetto di Purgatorio, il “fuoco Purgatore” descritto sin da Papa Gregorio Magno. Ci sono quindi i Santi, anime elette e oggi diremmo “premium”, spiriti in comunanza con Dio ed a Egli vicini, e i “Purganti”, anime non abbastanza macchiate per l’Inferno ma non pure per il Paradiso che hanno bisogno delle preghiere dei vivi per espiare piccole colpe e avvicinarsi a Dio.
Come per molti giorni dei morti, all’arrivo del Cristianesimo si decise non per la demonizzazione, ma per la Santificazione: si rimosse quindi la dea Guerriera, e restò Halloween, All Hallow’s Eve, la Notte di Ognissanti.
Non c’è più una dea guerriera che abbassa lo scudo per dare il via libera ai morti, ma ci sono i Santi ed i Beati che, dal Paradiso, guardano coloro rimasti in terra e da essi ottengono un ricordo ed una preghiera. E ci sono i morti che dal Purgatorio grazie al ricordo ed alle preghiere possono ascendere al Paradiso certi di essersi guadagnati il perdono e che i loro discendenti stiano lavorando duramente per essere redenti essi stessi.
Noterete come la sostanza della festività resta la stessa: è come per il Dio Ignoto. Rileggendo Saintyves Pierre, I santi successori degli dei: L’origine pagana del culto dei santi, apprendiamo infatti che anche in questo caso la Chiesa decise non di reprimere, ma di dichiarare gli aderenti ai vari Culti dei Morti sparsi in tutto il Globo, quindi non solo il Samhain, bravi cristani a loro insaputa.
Semplicemente, non sapevano che a comandare in Paradiso e dirigere il Purgatorio è Dio, e quindi, per un semplice errore, si aspettavano che fosse la Dea Scathach a dirigere la baracca quando in realtà la stessa era perfettamente sovrapponibile ad una santa a caso.
E poi, tutti liberi di celebrare i loro santi ed i loro congiunti morti nel giorno dedicato.
Del resto, anche in numerose regioni Italiane esiste l’uso di elargire doni alle anime del Purgatorio o dei cari estinti.
A questo punto, Ognissanti da rito religioso diventa una favola per bambini. Favola non satanica, ma educativa, che sintetizza quanto detto nei vari testi storici in una figura che i bambini possono capire.
Jack, o Giacomino. Non a caso un nome che appare in molte favole e che è evidentemente scelto per la sua estrema genericità.
Ancora adesso nei proverbi, Jack è sostanzialmente un riassunto per “ogni uomo”, quindi ogni storia, da “Giacomino e il Fagiolo Magico” a “Jack e Jill” è da intendersi come un insegnamento su cosa farebbe un uomo comune o cosa gli accadrebbe se non fosse pio e virtuoso.
Al rito di Samhain, il proto-Halloween rituale, succede la storia di Jack O’ Lantern, o Jack Lanterna, additato ai bambini come un esempio cardinale di “never do well”, un briccone birbante che, grazie alla sua astuzia, era riuscito ad ingannare anche il Diavolo ottenendo di non andare mai all’Inferno.
Sovente nelle favole il personaggio principale non “nasce eroe”, ma anzi è un esempio di “cosa non andrebbe fatto” punito per la sua cattiveria e pentito. Cappuccetto Rosso ad esempio è una bambina disubbidiente e imprudente che rifiuta i consigli della madre, si addentra nel bosco e parla col Lupo Cattivo ottenendo di trascinare la rovina sulla sua casa: il Lupo divora lei e la nonnina e un Cacciatore deve intervenire per squartare l’animale magico ed estrarle dalla sua pancia prima che la digestione finisca.
Jack Lanterna è stato egualmente cattivo, ancorché malvagio: avrebbe potuto essere buono e conquistare il Paradiso. È stato un ignavo (uno dei sette peccati capitali) che ha scelto la via facile di non perseguire mai il Bene, astenersi dal Male quel tanto che basta per non essere dannato e ingannare il Diavolo stesso per vivere tranquillo.
Alla sua morte San Paolo stesso gli chiude in faccia la porta del Paradiso: la lezione che ai bambini viene impartita è che non ci sono scorciatoie nell’etica e nella morale.
Puoi essere chiamato ad essere buono, puoi scegliere di essere cattivo, non puoi rifiutarti di scegliere: Jack Lanterna ha scelto la “terza opzione” e gli è stato dato un rapanello vuoto come lumino col quale ogni notte di Ognissanti dovrà cercare la strada del Purgatorio per espiare le sue colpe.
Rapanello sostituito, in America, con la più abbondante e pratica zucca da riempire con una luce. La giocosa “questua” dei bambini vestiti da mostriciattoli diventa dunque una raffigurazione simbolica della favola, coi gentori pronti a mandare i ragazzini in giro per ricordare loro la lezione impartita.
Tutte le festività, alla fine, nella modernità, diventano infine commerciali.
Il Santo Natale, per molti bambini, è un giorno di festa da passare coi propri cari ed un dono elargito non da Gesù, ma da Babbo Natale, padre di tutti i bimbi che conosce le nostre bontà e cattiverie e premia i bimbi buoni col dono tanto desiderato.
Halloween divenne una scherzosa festa, dove le questue di Jack Lanterna divennero un’occasione per ottenere dei dolcetti e l’occasione di sfoggiare divertenti costumi e divertirsi con gli amici.
Non dissimile, in un certo senso, dalle radici di “giorno dei morti” del passato in cui si mostrava agli avi come la vita continua ed i bambini continuano a nascere ed essere felici anche dopo che la notte arriva e la morte porta via le generazioni passate.
E se un’oltretomba esiste, francamente dubitiamo che le anime del Purgatorio siano così scontente dal sapere che i doni un tempo elargiti a loro ora diano gioia ai loro pro-pro-pro-pronipoti.
Siamo certi che se c’è vita dopo la morte, sorriderebbero felici all’idea e denigrerebbero con sdegno chi, per malcelato prurito religioso, nega ad un bambino un tocco di felicità.
Alle false credenze si attingono le fake news.
Ad esempio quella che vorrebbe Halloween vietato perché è vietato travestirsi.
Travisarsi non è travestirsi, altrimenti ogni festa in maschera sarebbe una retata: semplicemente un eventuale persona in maschera non potrà usare la stessa come scusa per non esibire i documenti dove richiesto. Anche se state guidando per un party in maschera vestiti da Dracula, patente e carta di identità portateli lo stesso.
Altro mito vuole Halloween scomunicato: in realtà anche questa è una fake news. Più volte la Chiesa ha espresso una preferenza per l’aspetto religioso di Ognissanti più che per l’aspetto ludico, questo è vero, esprimendo netta predilezione per i momenti di preghiera che quelli di gioco.
Ma come detto, anche a Natale molti bambini aspettano giocattoli, Albero e un po’ di tempo in più coi genitori solitamente occupati e preoccupati dal lavoro, ma questo non li rende satanici.
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